Michele Marino presidente del Consorzio Pro Ofanto
Michele Marino presidente del Consorzio Pro Ofanto
Territorio

Verso il parco nazionale per il fiume Ofanto, intervista a Michele Marino

Nuove prospettive di marketing e maggiore tutela ambientale: il parere del presidente del Consorzio Pro Ofanto

Non solo una risorsa idrica, ma anche un legame vitale per il territorio. Il fiume Ofanto è uno scrigno di biodiversità, a livello faunistico e naturale, e potenzialmente può rappresentare una incommensurabile risorsa in termini di marketing territoriale. Occorre però tutelarlo, e un passaggio decisivo potrebbe essere il riconoscimento come "parco nazionale".

Se ne è parlato a Barletta, in occasione del forum "Contratto di fiume" che si è svolto sabato mattina nella sala conferenze del Castello nell'ambito dell'iniziativa "Il fiume Ofanto: fonte di vita e di bellezza", organizzato dal Consorzio Sviluppo sostenibile Valle dell'Ofanto, patrocinato dal Comune di Barletta, dal Consiglio Regionale della Puglia e dalla Provincia BAT/Ente Parco naturale regionale fiume Ofanto.

Attualmente infatti è già una realtà il Parco naturale regionale fiume Ofanto: l'area naturale protetta fu istituita nel 2007 dalla regione Puglia e copre i comuni di Rocchetta Sant'Antonio, Canosa di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia, Candela, Ascoli Satriano, Cerignola, Margherita di Savoia e Barletta. Il prossimo "salto di qualità" riguarda dunque la trasformazione in parco nazionale.

«È un bene ambientale ma anche storico e culturale da tutelare» ha affermato il senatore barlettano Dario Damiani, che in prima persona ha presentato nei giorni scorsi il disegno di legge per l'istituzione del Parco nazionale dell'Ofanto e che ha presenziato al forum di sabato scorso.

Durante l'incontro si è parlato dei vari scenari potenziali di crescita per il territorio, con uno sguardo più approfondito sulle ricadute positive in termini turistici: basti pensare alle "ciclovie" che attraversano l'area, in un periodo in cui il cicloturismo e la bike economy stanno diventando un grande volano di promozione territoriale.

Per saperne di più abbiamo intervistato Michele Marino, presidente del Consorzio Pro Ofanto.

È stato ufficialmente presentato il disegno di legge per l'istituzione del Parco nazionale dell'Ofanto: cosa vorrebbe dire il riconoscimento del nostro territorio come "parco nazionale"?
«L'istituzione del parco nazionale dell'Ofanto, perseguita da quasi 12 anni dal nostro consorzio, sarà un gran beneficio per la salvaguardia di questa grande risorsa idrica ed anche per l'assetto idrogeologico di un'area vasta che include torrenti, dighe e invasi, parchi naturali e archeologici, tutti da valorizzare con un'adeguata immagine o "brand" attrattiva per il turismo culturale, lento e comunque sostenibile».

Oltre alla tutela del fiume e del paesaggio circostante, quali sono i possibili sviluppi in ottica economica?
«Oltre allo sviluppo di turismo incoming, sia nazionale che internazionale, si renderà fattibile una campagna di marketing culturale e commerciale dell'enorme patrimonio custodito dai 51 comuni appartenenti alla valle, creando una rete di accoglienza e promozione della bellezza e delle tradizioni enogastronomiche, con particolare attenzione alle produzioni agroalimentari, tipiche biologiche e a km 0».

Al momento quali sono le emergenze legate al fiume e cosa si può fare per contenerne le ripercussioni negative a lungo termine?
«Il fiume Ofanto non presenta specifiche criticità se non l'esigenza di dotare un sistema di controllo e vigilanza anche per iniziare a regolamentare con efficacia sia il prelievo dell'acqua da arte degli agricoltori, sia per una corretta perimetrazione degli argini. Del resto il parco si potrà avvalere, come già oggi, delle competenze tecniche del Distretto idrogeologico meridionale facente capo al Ministero Ambiente e transizione ecologica».
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