Religioni
Trattato contro le armi nucleari, campane della Diocesi in festa nel 1° anniversario
Iniziativa promossa in tutta Italia da associazioni come “Pax Christi”, presieduta dall’Arcivescovo, Mons. Giovanni Ricchiuti
Spinazzola - sabato 22 gennaio 2022
15.59 Comunicato Stampa
A mezzogiorno di oggi le campane di tutte le parrocchie della Diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti hanno festeggiato coi loro rintocchi il primo anniversario dalla firma del trattato contro le armi nucleari.
L'iniziativa promossa in tutta Italia da numerose associazioni come "Pax Christi", presieduta a livello nazionale dall'Arcivescovo, Mons. Giovanni Ricchiuti e "Beati i costruttori di Pace" per celebrare il primo anniversario dell'entrata in vigore del Tpnw, trattato internazionale che proibisce l'utilizzo delle armi nucleari adottato da una conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 e aperto alla firma a New York il 20 settembre dello stesso anno.
«Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l'istruzione e l'educazione– spiega Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace – mentre invece le spese militari sono aumentate, superando il livello registrato al termine della guerra fredda e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante».
Alle parole del Santo Padre, nei giorni scorsi, si sono unite quelle, autorevoli, di oltre cinquanta scienziati e premi Nobel, promotori della campagna per il "Dividendo della pace". Una «semplice proposta per l'umanità», l'hanno definita gli studiosi, tra cui figurano, oltre agli organizzatori Carlo Rovelli e Matteo Smerlak, Carlo Rubbia, Giorgio Parisi, Roger Penrose, Steven Chu, mentre il Dalai Lama ha espresso il proprio sostegno all'iniziativa.
Gli scienziati firmatari chiedono ai governi di tutti gli Stati Onu di «avviare trattative per una riduzione concordata della spesa militare del 2 per cento ogni anno, per cinque anni». In questo modo «enormi risorse verranno liberate e rese disponibili, il cosiddetto "Dividendo della pace", pari a mille miliardi di dollari statunitensi entro il 2030».
L'entrata in vigore del trattato Tpnw rappresenta ad oggi un passo di rilevante importanza ma il traguardo è lungi dall'essere conseguito. La strada passa, infatti, necessariamente dall'adesione degli stati nucleari e dei loro alleati e tra questi figura anche l'Italia.
L'iniziativa promossa in tutta Italia da numerose associazioni come "Pax Christi", presieduta a livello nazionale dall'Arcivescovo, Mons. Giovanni Ricchiuti e "Beati i costruttori di Pace" per celebrare il primo anniversario dell'entrata in vigore del Tpnw, trattato internazionale che proibisce l'utilizzo delle armi nucleari adottato da una conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 e aperto alla firma a New York il 20 settembre dello stesso anno.
«Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l'istruzione e l'educazione– spiega Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace – mentre invece le spese militari sono aumentate, superando il livello registrato al termine della guerra fredda e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante».
Alle parole del Santo Padre, nei giorni scorsi, si sono unite quelle, autorevoli, di oltre cinquanta scienziati e premi Nobel, promotori della campagna per il "Dividendo della pace". Una «semplice proposta per l'umanità», l'hanno definita gli studiosi, tra cui figurano, oltre agli organizzatori Carlo Rovelli e Matteo Smerlak, Carlo Rubbia, Giorgio Parisi, Roger Penrose, Steven Chu, mentre il Dalai Lama ha espresso il proprio sostegno all'iniziativa.
Gli scienziati firmatari chiedono ai governi di tutti gli Stati Onu di «avviare trattative per una riduzione concordata della spesa militare del 2 per cento ogni anno, per cinque anni». In questo modo «enormi risorse verranno liberate e rese disponibili, il cosiddetto "Dividendo della pace", pari a mille miliardi di dollari statunitensi entro il 2030».
L'entrata in vigore del trattato Tpnw rappresenta ad oggi un passo di rilevante importanza ma il traguardo è lungi dall'essere conseguito. La strada passa, infatti, necessariamente dall'adesione degli stati nucleari e dei loro alleati e tra questi figura anche l'Italia.