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Rinnovabili e consumo del suolo, il territorio di Spinazzola sarà salvo?

Pagliaro: "Regione attui il Pear: Piano energetico ambientale regionale"

Lo scorso 29 novembre la Giunta regionale si è espressa in giudizio di ben quattro progetti tesi alla realizzazione di impianti eolici sul territorio regionale. Per tutti, il giudizio di compatibilità ambientale è stato negativo, decisioni che lascerebbero ben sperare per un blocco alle proposte avanzate per la realizzazione di impianti per energie rinnovabili nel territorio di Spinazzola.

Per la precisione la Giunta della Regione Puglia ha bocciato
  • il progetto relativo al parco eolico da realizzare nei comuni di Serracapriola (FG) e Rotello (CB), costituito da 9 WTG ed una potenza complessiva pari a 54 MW, proposto dalla società Repower Renewable S.p.a.;
  • il cosiddetto "Parco eolico della Torre quadrata", composto da 10 aerogeneratori da 6 MW ciascuno e una potenza complessiva di 60 MW, da realizzare nei comuni di San Pietro Vernotico (BR), Brindisi e Cellino San Marco (BR), e opere accessorie, proposto dalla società WDP Muro S.r.l. S.r.l.;
  • un parco eolico costituito da 6 aerogeneratori di potenza unitaria pari a 6 MW, comprensivo di un sistema di accumulo di potenza pari a 12,5 MW e delle relative opere di connessione, per una potenza complessiva di 48,50 MW, da realizzarsi nei Comuni di Torre Santa Susanna (BR), Mesagne (BR) e Latiano (BR), in località "Galesano", proposto dalla società Repower Renewable S.p.a.;
  • e il parco eolico "Serra Palino" composto da 8 WTG da 6 MW ciascuno, (potenza max 48 MW), da realizzare nei comuni di Sant'Agata di Puglia (FG) e Candela (FG), e opere di connessione da realizzare nei comuni di Ascoli Satriano (FG) e Deliceto (FG). anche questo proposto dalla società Renewables Italia S.r.l.
Per quanto riguarda il territorio di Spinazzola, lo scorso 8 febbraio 2021 Regione Puglia aveva detto "no" alla realizzazione di un impianto fotovoltaico da realizzare nei territori del Comune di Spinazzola e di Genzano di Lucania. Ad agosto 2021 la Regione ha espresso giudizio negativo per ben due impianti di produzione eolica da realizzarsi in territorio di Spinazzola, che interessavano i Comuni di Montemilone, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania e Spinazzola, il primo (proposto da Cogein Energy Srl) e il Comune di Spinazzola e di Montemilone (PZ), il secondo (proposto da ITW Spinazzola 1 S.r.l.).

La speranza è, quindi, che si metta un freno al consumo del suolo in virtù di una tutela del patrimonio paesaggistico, come auspicato anche dal consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani che denuncia: "La Puglia è seconda solo alla Lombardia per incremento di consumo di suolo, divorato in buona parte da impianti eolici e fotovoltaici. Il suolo, a differenza del vento e del sole, non si rinnova. È un pezzo sottratto per sempre al nostro paesaggio. Proprio in queste ore, su proposta del ministro della transizione ecologica Cingolani, dal Governo nazionale è arrivata l'autorizzazione ad altri sei mega impianti eolici, la metà dei quali nel territorio già sfigurato del Foggiano, a Cerignola e Ascoli Satriano.

La domanda è lecita, anzi doverosa: che transizione ecologica è, questo scriteriato via libera a nuovo sfruttamento di suolo in una regione che, pur avendo pagato un prezzo già altissimo, continua ad essere assediata dai giganti dell'eolico affamati di terra e di mare in cui piazzare le loro gigantesche pale, dal Gargano al Salento? Perché non si alzano le barricate contro l'offensiva dei signori delle rinnovabili?

Alla Regione, - continua Pagliaro - chiediamo una presa di posizione dura, un no secco e non negoziabile contro nuovi mega impianti per lo sfruttamento di energie rinnovabili. Lo strumento c'è, e si chiama Pear: Piano energetico ambientale regionale.

L'aggiornamento in corso è un'occasione imperdibile per programmare in maniera davvero strategica e intelligente gli interventi in campo energetico sul territorio regionale, avendo come bussola la tutela dell'ambiente e del paesaggio, e la conservazione delle risorse naturali che sono anche culturali e turistiche e che stiamo dissipando. Basta con gli insediamenti colossali sui terreni e off-shore, che vanno ad ingrossare le pance già gonfie delle multinazionali, e si punti sugli impianti di piccola taglia per l'autoproduzione e di comunità, finalmente a misura d'uomo e del nostro paesaggio".
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