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Territorio

Frena l'export della BAT: -2% nel primo semestre 2015

Calano i prodotti del settore moda ma cresce l'agroalimentare

In un contesto internazionale non molto positivo per il commercio internazionale, caratterizzato nella prima parte dell'anno da un significativo rallentamento, peggiora la congiuntura dell'export della BAT. Un dato che assume un certo rilievo, considerato che, pur in un contesto internazionale difficile, le esportazioni nazionali e quelle regionali sono risultate complessivamente in crescita nei primi sei mesi dell'anno. La prima metà del 2015 registra per la BAT con una positiva crescita dell'export di prodotti agricoli e agroalimentari, a cui ha fatto però da contraltare la contrazione delle esportazioni del settore moda, in particolare di calzature, che rappresentano il volano fondamentale per la presenza della BAT sui mercati esteri. A fronte della contrazione di esportazioni, il primo semestre 2015 ha registrato un incremento delle importazioni e pertanto il saldo commerciale della BAT (esportazioni meno importazioni) è peggiorato sensibilmente.

«Nuove nubi sembrano dunque addensarsi sull'economia del territorio - dice Emmanuele Daluiso Vice Presidente Euro*IDEES, nell'analisi dei dati Istat - ma non è detto che il 2015 debba concludersi necessariamente in negativo per il commercio estero della BAT. La dinamica del commercio internazionale dovrebbe migliorare nella seconda parte del 2015 e rafforzarsi nel 2016: secondo le recenti previsioni dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, il commercio internazionale dovrebbe registrare una crescita del 3,3% nel 2015 e del 4% nel 2016. Ci sono perciò tutti i margini per un possibile recupero dell'export della BAT nei prossimi mesi. Dobbiamo non dimenticare, però, che la lenta ripresa del commercio internazionale sta avvenendo ben sotto il livello medio di crescita registrato fra il 1990 e il 2008, pari al 6%, che è stato un periodo di grande apertura del commercio internazionale. Nell'ultimo triennio la crescita si è mantenuta sotto il 3%, precisamente pari al 2,4%, che è il tasso medio triennale più basso degli ultimi decenni».

I dati: l'export della BAT ha registrato nel primo semestre 2015 una perdita del 2% rispetto al primo semestre 2014. In termini assoluti, il valore delle esportazioni del primo semestre 2015 è stato di oltre 228 milioni di euro, rispetto ai circa 233 milioni del primo semestre 2014. Il 2014, registrando una crescita del 4,4%, aveva manifestato comunque un rallentamento del tasso di crescita rispetto al tasso di crescita medio dei tre anni precedenti (11,2%). Il dato dell'ultimo semestre non fa che consolidare il rallentamento della crescita più recente e rafforzare l'ipotesi di una tendenziale perdita di competitività delle imprese locali sui mercati internazionali, anche perché il trend nazionale rispetto all'anno precedente è stato positivo (5%). Il primo semestre 2015 conferma la forza del sistema moda nell'export provinciale (65,2%), anche se in flessione rispetto allo stesso periodo 2014 (- 10,1%). Si tratta di un dato negativamente significativo, atteso che il settore a livello nazionale ha registrato una crescita del 3,2%. Si rafforza ulteriormente il settore agro-alimentare, che nel primo semestre 2015 registra una crescita pari a oltre il 32%. Si tratta del dato più alto dal 2010, che lascia ben sperare per un comparto che è ben al di sotto delle proprie potenzialità. Nel primo semestre 2015 la BAT si conferma come la principale provincia pugliese che concorre alla formazione dell'export regionale del sistema moda, in particolare del comparto calzaturiero.

Alle difficoltà manifestate sul versante dei flussi in uscita il primo semestre 2015 vede associare per la BAT l'incremento dei flussi in entrata. Il risultato di queste opposte tendenze porta a far aumentare sensibilmente il saldo negativo fra esportazioni e importazioni, che passa da 4,6 milioni di euro nel primo semestre 2014 a -13,9 milioni di euro nel primo semestre 2015. I comparti che concorrono maggiormente alla formazione del saldo negativo sono quelli dei prodotti chimici e dei prodotti alimentari. Sui mercati europei particolarmente negativa è stata la dinamica in Regno Unito (-18,4%), in Romania (-14,2%), in Francia (-4,2%). Il mercato dell'Unione europea rimane comunque il più importante per la BAT, rappresentandone oltre il 53% dell'export complessivo. Fuori dell'Unione europea il principale Paese è l'Albania, per il flusso nel comparto calzaturiero, nonostante la contrazione del 17,1% registrata rispetto al primo semestre 2014. Segue il Medio Oriente, che invece ha registrato di oltre il 35%. Fra le nuove destinazioni delle esportazioni provinciali emerge l'Algeria, principalmente per la fornitura di apparecchiature e macchinari. Per quanto riguarda i due comparti che maggiormente concorrono alla formazione dell'export provinciale, calzature e abbigliamento, emerge che per le calzature i Paesi principali di destinazione sono quelli dell'Unione Europea, a partire da Francia e Germania; per l'abbigliamento, viceversa, il flusso esportativo si dirige prevalentemente fuori dall'Unione Europea, soprattutto verso l'Albania.

«Il territorio della BAT deve fare ancora molti sforzi prima di raggiungere un grado di apertura internazionale soddisfacente - ha concluso Daluisio - sforzi che dovranno essere inquadrati in una chiara e lungimirante strategia di internazionalizzazione, in grado di coinvolgere tanto le imprese, quanto le istituzioni, una strategia che deve puntare a rafforzare l'internazionalizzazione delle imprese permanentemente presenti sui mercati esteri e ad allargare la base delle imprese in grado di operare su tali mercati. Un'occasione importante da non perdere, in questa direzione, è ora data dal nuovo Piano Straordinario Made in Italy 2015, messo in atto recentemente dal Ministro per lo Sviluppo Economico, che prevede una spesa di 260 milioni di euro e si pone gli obiettivi di ampliare il numero di imprese che operano sul mercato globale, espandere la quota italiana sul commercio internazionale, sostenere le iniziative di attrazione degli investimenti esteri in Italia».
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