Politica
Elezioni 2020, si vota il 20 e 21 settembre
L'ok della Camera all'emendamento di Sisto sulle date per comunali, regionali e referendum
Spinazzola - martedì 9 giugno 2020
Con il voto dell'Aula della Camera, le forze politiche hanno trovato l'accordo sulle date delle prossime elezioni: si andrà alle urne i prossimi 20 e 21 settembre.
Con il voto contrario di Fdi e l'astensione della Lega, all'emendamento presentato dal deputato Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, che riduce la finestra per le elezioni. «Grazie a questo emendamento diciamo con certezza che non si può andare al voto alle regionali prima del 15 di settembre, così che la prima data utile sarà il 20 e il 21», queste le parole di Sisto.
«Con l'approvazione dell'emendamento Sisto che sancisce di fatto con chiarezza che il 20 e 21 settembre si voterà per il primo turno delle comunali, per le regionali e il referendum e due settimane dopo per i ballottaggi, si realizza l'unica ampia convergenza possibile, quella sulla data baricentrica tra le opposte richieste del 13 settembre (da parte dei Presidenti delle Regioni) e del 27 (gruppi parlamentari di opposizione)», sostiene Stefano Ceccanti del Pd.
«Col sì di Forza Italia e l'astensione della Lega si è appunto realizzata una convergenza molto ampia. Peccato per il gruppo di Fratelli d'Italia che rimane da solo, ad autoescludersi, su una posizione estrema e propagandistica, secondo la quale una settimana di distanza farebbe differenza tra democrazia e non democrazia».
Con il voto contrario di Fdi e l'astensione della Lega, all'emendamento presentato dal deputato Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, che riduce la finestra per le elezioni. «Grazie a questo emendamento diciamo con certezza che non si può andare al voto alle regionali prima del 15 di settembre, così che la prima data utile sarà il 20 e il 21», queste le parole di Sisto.
«Con l'approvazione dell'emendamento Sisto che sancisce di fatto con chiarezza che il 20 e 21 settembre si voterà per il primo turno delle comunali, per le regionali e il referendum e due settimane dopo per i ballottaggi, si realizza l'unica ampia convergenza possibile, quella sulla data baricentrica tra le opposte richieste del 13 settembre (da parte dei Presidenti delle Regioni) e del 27 (gruppi parlamentari di opposizione)», sostiene Stefano Ceccanti del Pd.
«Col sì di Forza Italia e l'astensione della Lega si è appunto realizzata una convergenza molto ampia. Peccato per il gruppo di Fratelli d'Italia che rimane da solo, ad autoescludersi, su una posizione estrema e propagandistica, secondo la quale una settimana di distanza farebbe differenza tra democrazia e non democrazia».