Associazioni
Concluse le prime due tappe di “Strumenti per la facilitazione e la gestione del gruppo”
Conclusi i workshop di Trani e Spinazzola
Spinazzola - giovedì 14 marzo 2024
14.35 Comunicato Stampa
Concluse le prime due tappe di "Strumenti per la facilitazione e la gestione del gruppo", il ciclo di incontri che il Centro di Servizio al Volontariato San Nicola OdV propone alle associazioni del territorio e ai suoi volontari. Il workshop, concepito in forma itinerante e che toccherà 8 Comuni tra Bari e Bat, si è già svolto nei Comuni di Trani e Spinazzola.
Sono 24 le associazioni che hanno fino ad ora partecipato all'incontro con l'esperta formatrice Mariagiovanna Italia per imparare ad analizzare e gestire le dinamiche di gruppo, conoscere e affrontare i bisogni e le aspettative di ciascun componente, rafforzare la squadra attraverso la valorizzazione delle singole peculiarità armonizzate e incanalate verso un obiettivo che sia di tutti. Obiettivo finale, migliorare la qualità degli ambienti del Volontariato e del benessere organizzativo delle comunità associative per rendere sempre più impattanti ed efficaci le attività che il Terzo Settore svolge sul territorio.
Sulla risposta di associazioni e volontari: "Ho trovato una platea generosa – ha commentato Mariagiovanna Italia -, ovviamente con una modalità di restituzione crescente, come è giusto che sia, perché la fiducia deve essere conquistata. Le persone che hanno partecipato alla formazione si sono messe in gioco, hanno ragionato insieme. Ho molto apprezzato la volontà emersa a continuare questo percorso nei prossimi mesi. Ci siamo lasciati con l'entusiasmo di chi sa che si rivedrà".
Sulla differenza tra i due territori: "Trani e Spinazzola sono due territori diversi che operano in contesti diversi. A volte sono venute fuori istanze simili, altre volte no. Le associazioni che abbiamo riunito a Spinazzola, ad esempio, hanno fatto emergere il bisogno di sperimentare strumenti in ottica inter-associativa, un'esigenza che ho percepito in maniera forte. A Trani invece la richiesta era su come poter migliorare l'organizzazione della singola associazione: abbiamo lavorato molto ad esempio sul saper delegare. È il bello di questo tipo di lavoro, che si modella in base alle richieste. Non è mai statico".
Sul metodo utilizzato e sul mondo del volontariato: "La metodologia è interattiva e non potrebbe essere diversamente. Qualsiasi cosa viene prima presentata e poi sperimentata. Io attingo molto a metodi di lavoro che guardano all'educazione non formale o all'educazione popolare, che si ispira all'idea di un'organizzazione che possa generare una trasformazione della realtà che ci circonda. Credo molto in questo principio. E credo che sia perfettamente calzante con il mondo del volontariato. Stare insieme, creare dinamiche sane di gruppo, è utile a perseguire un obiettivo comune: avere una società migliore, e per farlo dobbiamo orientare le nostre azioni partendo da noi. Perché se l'obiettivo, ripeto, è realizzare un sogno comune e collettivo, dobbiamo imparare a realizzarlo insieme. Il mio approccio non è "fare qualcosa per qualcuno" ma "farlo con qualcuno", così si attiva quel movimento necessario a trasformare il mondo".
Esempi di lavoro di gruppo: "Intanto preciso che spesso i gruppi si interrogano provando a guardare a due livelli di lavoro, il metodo e il contenuto. Invece io spingo affinché vengano anche indagati i processi e le dinamiche che portano alle decisioni e che spesso rappresentano il malessere all'interno delle associazioni. Quando inizio i gruppi, ad esempio, io faccio mettere i partecipanti in cerchio, e inizio a farli riflettere sul perché siamo posizionati in questa modalità. Spiego loro che questo ci permette l'equidistanza, e che l'equidistanza non annulla i ruoli ma genera pari dignità di parola, di partecipazione, di adesione e di proposta. Così come alla fine della giornata, ad esempio, faccio un'attività di posizionamento che chiamo "Il termometro" che permette ai partecipanti di mettersi in direzione di oggetti, diversi volta per volta, ognuno con un grado diverso e che rappresentano la loro percezione del lavoro svolto. È un modo per avere una valutazione di sé stessi ma anche del gruppo".
La terza tappa del workshop si terrà nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 maggio nel Comune di Altamura.
Sono 24 le associazioni che hanno fino ad ora partecipato all'incontro con l'esperta formatrice Mariagiovanna Italia per imparare ad analizzare e gestire le dinamiche di gruppo, conoscere e affrontare i bisogni e le aspettative di ciascun componente, rafforzare la squadra attraverso la valorizzazione delle singole peculiarità armonizzate e incanalate verso un obiettivo che sia di tutti. Obiettivo finale, migliorare la qualità degli ambienti del Volontariato e del benessere organizzativo delle comunità associative per rendere sempre più impattanti ed efficaci le attività che il Terzo Settore svolge sul territorio.
Sulla risposta di associazioni e volontari: "Ho trovato una platea generosa – ha commentato Mariagiovanna Italia -, ovviamente con una modalità di restituzione crescente, come è giusto che sia, perché la fiducia deve essere conquistata. Le persone che hanno partecipato alla formazione si sono messe in gioco, hanno ragionato insieme. Ho molto apprezzato la volontà emersa a continuare questo percorso nei prossimi mesi. Ci siamo lasciati con l'entusiasmo di chi sa che si rivedrà".
Sulla differenza tra i due territori: "Trani e Spinazzola sono due territori diversi che operano in contesti diversi. A volte sono venute fuori istanze simili, altre volte no. Le associazioni che abbiamo riunito a Spinazzola, ad esempio, hanno fatto emergere il bisogno di sperimentare strumenti in ottica inter-associativa, un'esigenza che ho percepito in maniera forte. A Trani invece la richiesta era su come poter migliorare l'organizzazione della singola associazione: abbiamo lavorato molto ad esempio sul saper delegare. È il bello di questo tipo di lavoro, che si modella in base alle richieste. Non è mai statico".
Sul metodo utilizzato e sul mondo del volontariato: "La metodologia è interattiva e non potrebbe essere diversamente. Qualsiasi cosa viene prima presentata e poi sperimentata. Io attingo molto a metodi di lavoro che guardano all'educazione non formale o all'educazione popolare, che si ispira all'idea di un'organizzazione che possa generare una trasformazione della realtà che ci circonda. Credo molto in questo principio. E credo che sia perfettamente calzante con il mondo del volontariato. Stare insieme, creare dinamiche sane di gruppo, è utile a perseguire un obiettivo comune: avere una società migliore, e per farlo dobbiamo orientare le nostre azioni partendo da noi. Perché se l'obiettivo, ripeto, è realizzare un sogno comune e collettivo, dobbiamo imparare a realizzarlo insieme. Il mio approccio non è "fare qualcosa per qualcuno" ma "farlo con qualcuno", così si attiva quel movimento necessario a trasformare il mondo".
Esempi di lavoro di gruppo: "Intanto preciso che spesso i gruppi si interrogano provando a guardare a due livelli di lavoro, il metodo e il contenuto. Invece io spingo affinché vengano anche indagati i processi e le dinamiche che portano alle decisioni e che spesso rappresentano il malessere all'interno delle associazioni. Quando inizio i gruppi, ad esempio, io faccio mettere i partecipanti in cerchio, e inizio a farli riflettere sul perché siamo posizionati in questa modalità. Spiego loro che questo ci permette l'equidistanza, e che l'equidistanza non annulla i ruoli ma genera pari dignità di parola, di partecipazione, di adesione e di proposta. Così come alla fine della giornata, ad esempio, faccio un'attività di posizionamento che chiamo "Il termometro" che permette ai partecipanti di mettersi in direzione di oggetti, diversi volta per volta, ognuno con un grado diverso e che rappresentano la loro percezione del lavoro svolto. È un modo per avere una valutazione di sé stessi ma anche del gruppo".
La terza tappa del workshop si terrà nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 maggio nel Comune di Altamura.