Territorio
Aumento TARI della BAT, De Marinis: «Stop all'1% in più della Provincia»
Il Presidente del CNA provinciale scrive una lettera aperta a Francesco Spina
BAT - mercoledì 20 gennaio 2016
15.21
«Pregiatissimo Signor Presidente, in questo particolare momento di crisi economica, riteniamo importante che anche la Provincia di Barletta-Andria-Trani, da Lei egregiamente rappresentata, dia un ulteriore e chiaro segno di vicinanza ai problemi dei cittadini – contribuenti di questo nostro territorio. Come è noto, con provvedimento n. 50 del 14/09/2015, l'ente Provincia ha elevato dal 4% al 5% il tributo provinciale per l'esercizio delle funzioni ambientali (la c.d. "addizionale TARI"). Pur comprendendo le difficoltà finanziarie dell'Ente Provincia, a causa dei continui tagli operati dal Governo centrale, Le chiediamo formalmente, nell'ottica dello spirito di collaborazione sancito dal protocollo di intesa sottoscritto tra la Provincia BAT e la scrivente Confederazione, di ridurre il precitato tributo provinciale, revocando l'aumento disposto con il richiamato provvedimento dello scorso settembre». E' Michele De Marinis, Presidente del CNA BAT, con una lettera aperta a rivolgersi al Presidente della Provincia di Barletta Andria Trani, Francesco Spina per chiedere un dietrofront sull'aumento dell'imposizione fiscale provinciale.
«Sono sempre più crescenti - dice De Marinis - le difficoltà, per le imprese e per le famiglie, di corrispondere con puntualità tasse gravose, come ad es. la TARI, che già di per sé è una tassa odiata da tutti i contribuenti per la sua iniqua parametrazione alle superfici degli immobili anziché alla effettiva produzione dei rifiuti, in conformità al principio comunitario "chi inquina paga". A ciò si aggiunga che la Tassa Rifiuti, ex TARSU, poi TARES, oggi denominata TARI, ha avuto negli ultimi anni un notevole aumento, e di conseguenza anche l'addizionale provinciale incide fortemente sul totale del tributo da corrispondere. Senza trascurare, poi, la circostanza che il tributo TARI, lungi dall'essere destinato solo ed esclusivamente a coprire le spese sostenute per il servizio pubblico di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati, si è di fatto trasformato in una sorta di bancomat per i Comuni che, snaturandone la finalità, lo hanno utilizzato anche per sanare i deficit dei propri bilanci o di quelli delle loro aziende partecipate. Per non tacere, in ultimo, della diffusa applicazione illegittima della TARI per quanto riguarda le imprese artigiane. Un recente studio elaborato dalla CNA Nazionale ha stimato che, nel 2015, le imprese hanno sostenuto un maggior costo pari a "un miliardo" di euro sui rifiuti che già vengono autonomamente avviati allo smaltimento in ottemperanza alle specifiche normative di settore: in buona sostanza, tali aziende sono costrette a pagare due volte lo smaltimento dei rifiuti. Per questi motivi, attendiamo fiduciosi un Suo positivo riscontro a questa nostra richiesta».
«Sono sempre più crescenti - dice De Marinis - le difficoltà, per le imprese e per le famiglie, di corrispondere con puntualità tasse gravose, come ad es. la TARI, che già di per sé è una tassa odiata da tutti i contribuenti per la sua iniqua parametrazione alle superfici degli immobili anziché alla effettiva produzione dei rifiuti, in conformità al principio comunitario "chi inquina paga". A ciò si aggiunga che la Tassa Rifiuti, ex TARSU, poi TARES, oggi denominata TARI, ha avuto negli ultimi anni un notevole aumento, e di conseguenza anche l'addizionale provinciale incide fortemente sul totale del tributo da corrispondere. Senza trascurare, poi, la circostanza che il tributo TARI, lungi dall'essere destinato solo ed esclusivamente a coprire le spese sostenute per il servizio pubblico di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati, si è di fatto trasformato in una sorta di bancomat per i Comuni che, snaturandone la finalità, lo hanno utilizzato anche per sanare i deficit dei propri bilanci o di quelli delle loro aziende partecipate. Per non tacere, in ultimo, della diffusa applicazione illegittima della TARI per quanto riguarda le imprese artigiane. Un recente studio elaborato dalla CNA Nazionale ha stimato che, nel 2015, le imprese hanno sostenuto un maggior costo pari a "un miliardo" di euro sui rifiuti che già vengono autonomamente avviati allo smaltimento in ottemperanza alle specifiche normative di settore: in buona sostanza, tali aziende sono costrette a pagare due volte lo smaltimento dei rifiuti. Per questi motivi, attendiamo fiduciosi un Suo positivo riscontro a questa nostra richiesta».