Cronaca
Associazione a delinquere e corruzione, arrestati due ex magistrati tranesi
Antonio Savasta e Michele Nardi ora in servizio a Roma. Con loro due imprenditori e un ispettore di polizia in servizio a Corato
BAT - lunedì 14 gennaio 2019
19.00
L'ex pubblico ministero del Tribunale di Trani, Antonio Savasta, ora giudice del Tribunale di Roma, e il suo collega Michele Nardi, pm a Roma, ed in precedenza gip a Trani e magistrato all'ispettorato del Ministero della Giustizia, sono stati arrestati e condotti in carcere su disposizione della Procura di Lecce. Le accuse sono di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso per fatti commessi tra il 2014 e il 2018 quando erano in servizio a Trani.
E' stato arrestato e condotto in carcere anche l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, in servizio al commissariato di Corato (Bari). Misura interdittiva (in corso di notifica) per un imprenditore di Firenze nei confronti del quale è stato disposto il divieto temporaneo di esercizio dell'attivita' imprenditoriale e di esercizio degli uffici direttivi per un anno. Sono stati interdetti dalla professione per un anno gli avvocati Simona Cuomo, del Foro di Bari, e Ruggiero Sfrecola, del Foro di Trani. Nardi, Savasta, Di Chiaro e Cuomo rispondono di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale. Gli altri indagati sono accusati, a vario titolo, di millantato credito, calunnia e corruzione in atti giudiziari.
Nel comunicato stampa diffuso dalla Procura si legge: «Il complesso delle indagini ha consentito di svelare l'esistenza di un programma criminoso indeterminato nel tempo che, attraverso il costante ricorso alla corruzione di pubblici ufficiali, assicurava favori nei confronti di facoltosi imprenditori, anche con l'intermediazione di esercenti la professione di avvocato. Secondo l'impostazione accusatoria, racchiusa nelle imputazioni contestate, i due magistrati avrebbero garantito positivi esiti processuali nelle complessive vicende giudiziarie e tributarie di interesse per gli imprenditori coivolti in cambio di ingenti somme di denaro e in alcuni casi di altre utilità tra cui anche gioielli e pietre preziose; al riguardo gli imprenditori avrebbero provveduto ai pagamenti e ai favori erogati, mentre gli avvocati avrebbero prestato la propria opera a titolo di intermediari e facilitatori».
E' stato arrestato e condotto in carcere anche l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, in servizio al commissariato di Corato (Bari). Misura interdittiva (in corso di notifica) per un imprenditore di Firenze nei confronti del quale è stato disposto il divieto temporaneo di esercizio dell'attivita' imprenditoriale e di esercizio degli uffici direttivi per un anno. Sono stati interdetti dalla professione per un anno gli avvocati Simona Cuomo, del Foro di Bari, e Ruggiero Sfrecola, del Foro di Trani. Nardi, Savasta, Di Chiaro e Cuomo rispondono di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale. Gli altri indagati sono accusati, a vario titolo, di millantato credito, calunnia e corruzione in atti giudiziari.
Nel comunicato stampa diffuso dalla Procura si legge: «Il complesso delle indagini ha consentito di svelare l'esistenza di un programma criminoso indeterminato nel tempo che, attraverso il costante ricorso alla corruzione di pubblici ufficiali, assicurava favori nei confronti di facoltosi imprenditori, anche con l'intermediazione di esercenti la professione di avvocato. Secondo l'impostazione accusatoria, racchiusa nelle imputazioni contestate, i due magistrati avrebbero garantito positivi esiti processuali nelle complessive vicende giudiziarie e tributarie di interesse per gli imprenditori coivolti in cambio di ingenti somme di denaro e in alcuni casi di altre utilità tra cui anche gioielli e pietre preziose; al riguardo gli imprenditori avrebbero provveduto ai pagamenti e ai favori erogati, mentre gli avvocati avrebbero prestato la propria opera a titolo di intermediari e facilitatori».