Vita di città
All'impegno sociale di Cosimo Forina il Premio "Rosario Livatino"
Il giornalista spinazzolese premiato per il suo libro inchiesta "Il caso Grottelline"
Spinazzola - mercoledì 4 novembre 2020
È un profondo conoscitore del territorio e ha da sempre votato la sua professionalità da giornalista alla giustizia e alla ricerca della verità. Con un corposo lavoro di indagine su un annoso tentativo di stupro ai danni del nostro territorio, durato 30 anni, il giornalista spinazzolese Cosimo Forina ha dato alle stampe il libro inchiesta "Il caso Grottelline - Cronaca di un giornalista in provincia".
Il libro è stato pubblicato nel giugno 2020, all'indomani della sentenza del Tar del Lazio che ha decretato il "no" alla discarica nell'area interessata dal complesso archeologico di Grottelline, nel territorio fra Spinazzola e Poggiorsini.
Nel libro "Il caso Grottelline – cronaca di un giornalista in provincia" un territorio devastato dalla "monnezza" materiale e morale diventa il centro del racconto lucido e appassionato di trent'anni di vita di un luogo che incrocia altri luoghi della Puglia e dell'Italia. Cosimo Forina indaga con il piglio dello storico e del documentarista, racconta una storia sociale e politica e la intreccia alla propria personale ed umana, svela i retroscena, descrive i meccanismi del malaffare legati alla lucrosa industria dello smaltimento dei rifiuti. Protagonista, una terra aspra e affascinante, carica di storia, patrimonio paesaggistico e naturalistico di straordinaria bellezza che ha rischiato di diventare una orribile discarica.
Un luogo finalmente messo in salvo dopo anni di lungaggini burocratiche e da sempre difeso dai cittadini e dall'attività in prima linea anche del giornalista Forina che ne ha raccontato le vicissitudini nel suo libro inchiesta.
È proprio per il suo indiscusso impegno sociale, oltre che culturale, sul territorio e per il suo lavoro editoriale che al giornalista Cosimo Forina sarà conferito il Premio Internazionale "Rosario Livatino" all'impegno sociale 2020.
La consegna del premio avverrà sabato 19 dicembre a Messina, nel Teatro dell'Istituto Cristo Re, durante il XXVI Memorial "Rosario Livatino-Antonino Saetta-Gaetano Costa" in onore dei magistrati uccisi dalla mafia.
Il Memorial è organizzato dal Comitato antimafia di Riposto (Ct) presidente Attilio Cavallaro in collaborazione con i famigliari dei Giudici e con la sezione italiana de "International Police Association". Nell'ambito della manifestazione si terrà la conferenza sullo stato della mafia italiana e internazionale relatore il dott. Pierluigi Maria dell'Osso (procuratore nazionale antimafia vicario per la Lombardia Orientale).
Il Giudice Rosario Livatino - il 21 settembre 1990 - a soli trentotto anni venne barbaramente trucidato per mano di quattro sicari ad Agrigento dalla Stidda (organizzazione mafiosa in contrapposizione a Cosa Nostra), mentre si recava in tribunale a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta, senza scorta.
Da magistrato si era occupato delle indagini che avrebbero svelato la 'tangentopoli siciliana' colpendo con i suoi provvedimenti, come la confisca dei beni, la mafia di Porto Empedocle e di Palma di Montechiaro.
Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993, dopo aver incontrato ad Agrigento i genitori di Livatino, indicherà il Giudice tra i "Martiri della giustizia e indirettamente della fede".
Il 6 settembre 2018 è stata annunciata la chiusura del processo diocesano iniziato per Rosario Livatino nel 1993 (Servo di Dio). Nella Chiesa di Sant'Alfonso ad Agrigento il 3 ottobre 2018, dopo la messa solenne ufficiata dal cardinale Francesco Montenegro, sono stati inviati a Roma alla Congregazione delle Cause dei Santi la raccolta dei documenti (circa 4.000 pagine) che contengono l'esempio di fede di Livatino e le 45 testimonianze tra le quali quella di Gaetano Puzzangaro, uno dei quattro killer mafiosi del giudice.
A trent'anni dalla morte di Rosario Livatino potrebbe essere imminente da parte di Papa Francesco la sua beatificazione.
Il libro è stato pubblicato nel giugno 2020, all'indomani della sentenza del Tar del Lazio che ha decretato il "no" alla discarica nell'area interessata dal complesso archeologico di Grottelline, nel territorio fra Spinazzola e Poggiorsini.
Nel libro "Il caso Grottelline – cronaca di un giornalista in provincia" un territorio devastato dalla "monnezza" materiale e morale diventa il centro del racconto lucido e appassionato di trent'anni di vita di un luogo che incrocia altri luoghi della Puglia e dell'Italia. Cosimo Forina indaga con il piglio dello storico e del documentarista, racconta una storia sociale e politica e la intreccia alla propria personale ed umana, svela i retroscena, descrive i meccanismi del malaffare legati alla lucrosa industria dello smaltimento dei rifiuti. Protagonista, una terra aspra e affascinante, carica di storia, patrimonio paesaggistico e naturalistico di straordinaria bellezza che ha rischiato di diventare una orribile discarica.
Un luogo finalmente messo in salvo dopo anni di lungaggini burocratiche e da sempre difeso dai cittadini e dall'attività in prima linea anche del giornalista Forina che ne ha raccontato le vicissitudini nel suo libro inchiesta.
È proprio per il suo indiscusso impegno sociale, oltre che culturale, sul territorio e per il suo lavoro editoriale che al giornalista Cosimo Forina sarà conferito il Premio Internazionale "Rosario Livatino" all'impegno sociale 2020.
La consegna del premio avverrà sabato 19 dicembre a Messina, nel Teatro dell'Istituto Cristo Re, durante il XXVI Memorial "Rosario Livatino-Antonino Saetta-Gaetano Costa" in onore dei magistrati uccisi dalla mafia.
Il Memorial è organizzato dal Comitato antimafia di Riposto (Ct) presidente Attilio Cavallaro in collaborazione con i famigliari dei Giudici e con la sezione italiana de "International Police Association". Nell'ambito della manifestazione si terrà la conferenza sullo stato della mafia italiana e internazionale relatore il dott. Pierluigi Maria dell'Osso (procuratore nazionale antimafia vicario per la Lombardia Orientale).
Il Giudice Rosario Livatino - il 21 settembre 1990 - a soli trentotto anni venne barbaramente trucidato per mano di quattro sicari ad Agrigento dalla Stidda (organizzazione mafiosa in contrapposizione a Cosa Nostra), mentre si recava in tribunale a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta, senza scorta.
Da magistrato si era occupato delle indagini che avrebbero svelato la 'tangentopoli siciliana' colpendo con i suoi provvedimenti, come la confisca dei beni, la mafia di Porto Empedocle e di Palma di Montechiaro.
Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993, dopo aver incontrato ad Agrigento i genitori di Livatino, indicherà il Giudice tra i "Martiri della giustizia e indirettamente della fede".
Il 6 settembre 2018 è stata annunciata la chiusura del processo diocesano iniziato per Rosario Livatino nel 1993 (Servo di Dio). Nella Chiesa di Sant'Alfonso ad Agrigento il 3 ottobre 2018, dopo la messa solenne ufficiata dal cardinale Francesco Montenegro, sono stati inviati a Roma alla Congregazione delle Cause dei Santi la raccolta dei documenti (circa 4.000 pagine) che contengono l'esempio di fede di Livatino e le 45 testimonianze tra le quali quella di Gaetano Puzzangaro, uno dei quattro killer mafiosi del giudice.
A trent'anni dalla morte di Rosario Livatino potrebbe essere imminente da parte di Papa Francesco la sua beatificazione.