Supereroi
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Coltivare l’utopia: la politica tra passione e testimonianza ridefinendo miti e superman

La nota dello psicologo e psicoterapeuta dott. Saverio Costantino

Ogni volta si parli di contenuti della politica come risposta collettiva alla gestione della cosa comune, si tende a personalizzare tutto; chi può essere il sindaco giusto per esempio, investendolo di poteri mitici e quasi da superman, ma ogni mito si sgretola subito e la personalizzazione è la strada maestra per l'esclusione.

Se la cosa comune di cui si parla è il nostro paese, la vita sociale, l'ambiente ecc, perché bisogna individuare un superuomo e non un gruppo trasversale?

Allora penso al mio piccolo paesino, Spinazzola, dove di questa tipologia non ne abbiamo mai visti, e la storia del passato, ma anche quella recente lo testimonia, gente onesta, capace, carica di aspettative ne esce puntualmente distrutta e priva di stima della collettività.
Allora anziché pensare al condottiero, quasi fosse un bisogno di paternità o come lo avrebbe definito Freud un super-io, pensiamo ad un contenuto utopico, una risposta trasversale fatta di disponibilità di persone che rinunciano alla casacca, testimoniando la propria indipendenza per il bene comune. Mi hanno sempre detto da quando avevo 20 anni che questa è utopia e io lo so bene, per questo continuo a coltivarla, in contrapposizione alla menzogna del citato bene collettivo difendendo interessi di parte.
Difendere interessi di parte è legittimo, se riconoscibili e non subdoli, purchè non creino recinti esclusivi e di esclusione, tipico ormai di alcune organizzazioni che non riconosciamo almeno nei principi manifesti, poi spero abbiano almeno coerenza nella testimonianza.
Avete mai sentito una opposizione riconoscere il buon operato di un governo? In un piccolo paese e non solo in un contesto piccolo, la contrapposizione si definisce come un dato divisivo sul personale, quindi un attacco alla coesione e alla collaborazione in cui ognuno aggiunge competenza, motivazione, insomma aggiunge un mattone ad una costruzione che sarà anche sua.

Da tempo si dice che la politica si fa con il consenso. Vero, non trovo alternativa, la voto, ma alla espressione di un consenso va di pari passo la competenza. Il consenso educa o deve seguire l'onda favorevole di un rabbioso populismo? Al buon senso va educato anche un popolo in merito alla "impopolarità" di una decisione.
Ovunque ormai un altro mito diffuso è quello secondo cui il consenso è in seno ad alcune famiglie numerose o a persone con ruoli aziendali tali da suggestionare, neutralizzandone l'indipendenza. Le altre forme sono varie e tante, lascio al lettore stesso la volontà di darne completezza.

Il mito cade subito, che sia maschio, femmina o di sesso non meglio definito; insomma non sono le identità di genere, le abitudini sessuali a rendere capace una persona, la supererei definitivamente questa distorsione e illusione ottica generazionalmente stigmatizzante.
Perdere insieme è meglio che vincere soli, e vincere insieme è meglio che vincere soli.

Un progetto trasversale in una comunità piccola come quella di Spinazzola e non solo è utopia, ma sarebbe una splendida realtà.

Poi mi dico, tutta questa rincorsa a sentirsi miti è insano, tanto è che chi ha una vita professionale appagata e piena non ricerca notorietà narcisista; gli interessi personali e le promesse futili di opulenza gratuita si sgretolano dopo, subito dopo, quindi meglio orgogliosi e indipendenti. Altro mito è quello dei migliori e dei capaci, i giovani spesso ne restano fuori, lo dico purtroppo, fino a quando la forma del contenitore non salvaguarda il contenuto e le persone.
Un mio caro amico Francesco, mi faceva notare l'abuso e il falso dichiarato da tutti, il "bene comune..", o per il "bene del paese"; ha ragione per il bene del paese non bisogna creare fazioni capaci di distruggere, ma unioni in grado di costruire, non contro qualcuno, ma per il contenuto condiviso anche nella pluralità della diversità.

Una buona squadra mette in gioco tutti perché la vita e la qualità della vita appartiene a tutti.

Da quando la nomina di un assessore si fa per competenza glissando il consenso? Magari esprimendo una competenza per affinità professionale, di fatto non è che i ferrovieri e camionisti debbano fare gli assessori ai trasporti, ma sicuramente la propensione, come si evidenzia in una scelta professionale e di indirizzo di studi, lo è anche per un interesse collettivo, insomma io non mi occuperei del bilancio, ma mi fiderei di un affiancamento di un esperto di economia per decidere di scelte che si occupano di tale tema.

Continuando a immaginare e a immaginare un finale a lieto fine, quasi risarcitorio, come nelle fiabe, immagino una minor personalizzazione della politica, anche perché nessuno visto da vicino può sostenere proiezioni mitiche, meno che mai salvifiche.

Pensate ad una squadra unica senza casacche, tanto il consenso di un piccolo centro come il MIO PAESE SPINAZZOLA non nutre nessun candidato lanciato a corsa regionale o da parlamentare; pensate al solo interesse individuale, una squadra che sappia avere una panchina attiva e che si allena pronta ad entrare in campo durante l'intero campionato, nello specifico arco amministrativo, senza delega, un tessuto sociale che sappia recuperare la centralità anziché riconoscersi in una marginalità, dove le relazioni e il clima sociale è sempre più frammentato. Quello che diventeremo nasce dentro di noi, e lo si vede nel modo in cui uno ha dato testimonianza nel suo passato e come opera, non come dice di voler operare.

Il mio caro amico libraio Nicola mi racconto' come sempre fa da anni, una storiella metaforica frutto della sua attenzione a tutto e la cito a chiusura perché ognuno ne abbia e ne faccia personale riflessione: un contadino vinceva da anni il primo premio per il miglior mais prodotto. Intervistato su quale fosse la sua arma vincente frutto di tale successo, spiazzo' tutti dicendo che il suo seme lo vendeva a tutti i suoi confinanti affinchè avessero stessa opportunità, e soprattutto non condizionassero il proprio campo con pollini inquinati e non validi; nonostante ciò e grazie a ciò, pur non precludendo tale opportunità anche agli altri, continuava ad essere il più premiato senza precludere a nessuno la possibilità di mettersi in gioco avendo le stesse opportunità.



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