USCA, solo 26 medici di continuità assistenziale hanno aderito al bando
Montanaro: «Sono pochi, dovremo integrare gli organici con strategie alternative»
martedì 12 maggio 2020
Si è tenuto ieri mattina l'incontro tra il direttore del dipartimento Politiche della Salute, Vito Montanaro e i rappresentanti dei medici di medicina generale, nell'ambito del CPR, il comitato permanente regionale, sul tema delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale che dovranno visitare a domicilio i malati di Covid che non sono ricoverati in ospedale.
«Questa – ha detto in premessa Montanaro – non è più la fase dell'assistenza ospedaliera, ma di quella territoriale. L'auspicio è che siano i medici di medicina generale e di continuità assistenziale i protagonisti principali di questa fase, a cominciare dall'avvio delle attività delle Usca.
Vogliamo attivare le Usca previste dal decreto: ma ad oggi solo alcune sono pronte a partire. Sono pochi i medici della continuità assistenziale – le vecchie guardie mediche – che hanno aderito ai bandi delle Asl. Dovremo quindi nel caso integrare gli organici con strategie alternative, se le adesioni dei medici di continuità assistenziale dovessero essere insufficienti».
Ad oggi – è risultato nel corso della riunione – solo 26 medici di continuità assistenziale in tutta la Puglia hanno confermato la loro adesione alle USCA. Gli altri, nei termini previsti dal bando regionale, hanno formalizzato, il loro diniego.
Nel corso della riunione si è convenuto sul fatto che, visto l'andamento dei dati epidemiologici, il numero delle USCA effettivamente previste dal decreto legge, potrebbe essere superiore al fabbisogno reale.
Pertanto, ogni Asl potrà costituire le USCA per macroaree e in relazione ai pazienti sottoposti a sorveglianza sanitaria.
Tutte le ASL hanno avviato la fase di formazione, dotando il personale dei necessari DPI, mezzi, strumenti, telefoni cellulari, farmaci.
Le organizzazioni sindacali, nel prendere atto della minima partecipazione dei medici di continuità assistenziale, hanno preso l'impegno di sensibilizzare i loro colleghi a manifestare il loro assenso all'impegno nelle USCA, vista anche la piena disponibilità fin dall'8 aprile di mezzi, organizzazione e formazione.
Da una prima verifica, dall'11 maggio a Brindisi è stata attivata una sola USCA, con sei medici liberi professionisti contrattualizzati a Ceglie Messapica, dove la sede logistica ha caratteristiche ideali per percorsi e sicurezza. A Brindisi tuttavia sono 110 i medici di continuità assistenziale in organico: di questi nessuno ha accettato di far parte delle USCA, che potranno essere articolate su due sedi.
A Taranto si è partiti con la formazione per 25 medici: 11 della continuità assistenziale, 4 corsisti della medicina generale e 10 medici abilitati. Le sedi sono 3: "Moscati" a Taranto, Mottola e San Giorgio Jonico. Le tre USCA attivate potrebbero già essere sufficienti per i 73 casi positivi a domicilio.
A Lecce 45 medici hanno sottoscritto i contratti per le USCA. Di questi solo 9 sono medici della continuità assistenziale. Sono 8 quindi le squadre allestite che partono da oggi (sarebbero 16 per decreto) , con base a San Cesario, per ora sufficienti a gestire i casi a domicilio.
A Bari sono partiti i corsi di formazione per 9 USCA: 1 a Palo del Colle/Auricarro, 1 a Altamura, 1 a Grumo, 1 a Triggiano. Dal 15 maggio partiranno 1 a Monopoli e 1 a Gioia. Dal 18 maggio partiranno le 2 di Bari ex Cto e la seconda a Palo del Colle/Auricarro. Gli organici andranno completati: qualche USCA non sarà a 12 ore, ma per un solo turno e saranno comunque sufficienti a gestire i casi a domicilio. Il decreto prevedeva a Bari l'istituzione di 25 USCA.
A Foggia da ieri sono in funzione 5 USCA: Foggia, Torremaggiore, Troia, Vico e San Marco L. Sono 32 i medici formati: solo 6 sono provenienti dai medici delle continuità assistenziali della ASL FG. Da decreto, a Foggia dovevano essere allestite 12 USCA: anche a Foggia quelle allestite sono sufficienti a gestire i casi domiciliari.
Nella Bat solo 2 medici titolari di continuità assistenziale hanno accettato la contrattualizzazione per le Usca. Le Usca in fase di attivazione sono due, per macroaree tra Andria (entroterra) e Barletta (costa).
«Questa – ha detto in premessa Montanaro – non è più la fase dell'assistenza ospedaliera, ma di quella territoriale. L'auspicio è che siano i medici di medicina generale e di continuità assistenziale i protagonisti principali di questa fase, a cominciare dall'avvio delle attività delle Usca.
Vogliamo attivare le Usca previste dal decreto: ma ad oggi solo alcune sono pronte a partire. Sono pochi i medici della continuità assistenziale – le vecchie guardie mediche – che hanno aderito ai bandi delle Asl. Dovremo quindi nel caso integrare gli organici con strategie alternative, se le adesioni dei medici di continuità assistenziale dovessero essere insufficienti».
Ad oggi – è risultato nel corso della riunione – solo 26 medici di continuità assistenziale in tutta la Puglia hanno confermato la loro adesione alle USCA. Gli altri, nei termini previsti dal bando regionale, hanno formalizzato, il loro diniego.
Nel corso della riunione si è convenuto sul fatto che, visto l'andamento dei dati epidemiologici, il numero delle USCA effettivamente previste dal decreto legge, potrebbe essere superiore al fabbisogno reale.
Pertanto, ogni Asl potrà costituire le USCA per macroaree e in relazione ai pazienti sottoposti a sorveglianza sanitaria.
Tutte le ASL hanno avviato la fase di formazione, dotando il personale dei necessari DPI, mezzi, strumenti, telefoni cellulari, farmaci.
Le organizzazioni sindacali, nel prendere atto della minima partecipazione dei medici di continuità assistenziale, hanno preso l'impegno di sensibilizzare i loro colleghi a manifestare il loro assenso all'impegno nelle USCA, vista anche la piena disponibilità fin dall'8 aprile di mezzi, organizzazione e formazione.
Da una prima verifica, dall'11 maggio a Brindisi è stata attivata una sola USCA, con sei medici liberi professionisti contrattualizzati a Ceglie Messapica, dove la sede logistica ha caratteristiche ideali per percorsi e sicurezza. A Brindisi tuttavia sono 110 i medici di continuità assistenziale in organico: di questi nessuno ha accettato di far parte delle USCA, che potranno essere articolate su due sedi.
A Taranto si è partiti con la formazione per 25 medici: 11 della continuità assistenziale, 4 corsisti della medicina generale e 10 medici abilitati. Le sedi sono 3: "Moscati" a Taranto, Mottola e San Giorgio Jonico. Le tre USCA attivate potrebbero già essere sufficienti per i 73 casi positivi a domicilio.
A Lecce 45 medici hanno sottoscritto i contratti per le USCA. Di questi solo 9 sono medici della continuità assistenziale. Sono 8 quindi le squadre allestite che partono da oggi (sarebbero 16 per decreto) , con base a San Cesario, per ora sufficienti a gestire i casi a domicilio.
A Bari sono partiti i corsi di formazione per 9 USCA: 1 a Palo del Colle/Auricarro, 1 a Altamura, 1 a Grumo, 1 a Triggiano. Dal 15 maggio partiranno 1 a Monopoli e 1 a Gioia. Dal 18 maggio partiranno le 2 di Bari ex Cto e la seconda a Palo del Colle/Auricarro. Gli organici andranno completati: qualche USCA non sarà a 12 ore, ma per un solo turno e saranno comunque sufficienti a gestire i casi a domicilio. Il decreto prevedeva a Bari l'istituzione di 25 USCA.
A Foggia da ieri sono in funzione 5 USCA: Foggia, Torremaggiore, Troia, Vico e San Marco L. Sono 32 i medici formati: solo 6 sono provenienti dai medici delle continuità assistenziali della ASL FG. Da decreto, a Foggia dovevano essere allestite 12 USCA: anche a Foggia quelle allestite sono sufficienti a gestire i casi domiciliari.
Nella Bat solo 2 medici titolari di continuità assistenziale hanno accettato la contrattualizzazione per le Usca. Le Usca in fase di attivazione sono due, per macroaree tra Andria (entroterra) e Barletta (costa).