«Situazione sanitaria peggiorata», Idee in Comune scrive ad Emiliano
La missiva sottoscritta dai consiglieri Blasi, Scelzi e De Marinis
mercoledì 9 febbraio 2022
11.46
Tre firmatari e una sfilza di destinatari in una missiva indirizzata innanzitutto al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, affinché ponga attenzione alla situazione sanitaria nel comune di Spinazzola. La lettera, inviata lo scorso 7 febbraio, porta la firma di Pinuccio Blasi, Carlo Scelzi e Antonio De Marinis e riporta in maniera dettagliata le criticità che il comune di Spinazzola si ritrova a dover affrontare in ragione di scelte politiche di riorganizzazione dell'offerta sanitaria nella sesta provincia. Nonostante le rassicurazioni e gli impegni delle istituzioni, secondo gli scriventi, «la situazione è venuta ulteriormente ad aggravarsi».
Ecco il testo integrale della missiva.
Pregiatissimo Presidente,
Il gruppo consiliare "Idee in Comune" del Comune di Spinazzola rileva da diverso tempo un continuo depauperamento dei servizi sanitari sul territorio. Inoltre fa presente che, in seguito alla dismissione dell'ospedale cittadino, ancora oggi non sono stati riattivati tutti i legittimi servizi sanitari necessari promessi alla popolazione. Già nel lontano 2011 il Direttore Generale dell'Asl/Bt comunicava all'amministrazione comunale un piano aziendale di offerta sanitaria per rispondere alle occorrenze assistenziali dei cittadini, per garantire una medicina più vicina ai loro bisogni e che assicurasse un presidio emergenziale di primo livello, il trasporto tempestivo negli ospedali specializzati, nonché una gamma idonea di prestazioni specialistiche ambulatoriali. Questo piano mirava ad arginare i numerosi disagi che la comunità spinazzolese vive quotidianamente sulla propria pelle, a partire dalla possibilità di eseguire anche semplici visite specialistiche.
Si è peraltro parlato molto dei molteplici progetti in materia, tant'è che nel 2012 l'allora Direttore dell'ARES, con riferimento al ruolo del care manager presente in una delle proposte, dichiarava: "I pazienti li troveranno negli studi associati o negli uffici infermieristici del distretto. A tutti saranno forniti strumenti e tecnologie tipo la telemedicina per ogni paziente, ad esempio verranno registrati gli holter cardiaci o pressori. In ogni ufficio ci sarà una workstation che centralizzerà una sorta di cartella clinica nella quale troverà spazio la registrazione degli esami effettuati, dagli elettrocardiogrammi agli holter. Uno dei punti di forza del progetto è l'utilizzo della telemedicina che offre la possibilità di eseguire, presso gli studi medici, l'ambulatorio infermieristico e/o presso il domicilio del paziente, il telemonitoraggio medicale ai pazienti con malattie cronicodegenerative…".
Bene: queste proposte operative non hanno mai avuto riscontro nei fatti e, anzi, la situazione è venuta ulteriormente ad aggravarsi.
Da qualche tempo, infatti, il servizio del 118 viene svolto a giorni alternati senza neppure la presenza del medico a bordo delle ambulanze. A ciò si aggiunga che la prima struttura ospedaliera utile dista almeno 50 km dal centro abitato, da percorrere su strade spesso malridotte, senza nessuna segnaletica orizzontale e poco illuminate (come molti di Voi hanno potuto constatare di persona). Tutto ciò, pertanto, comporta un danno rilevante e imperdonabile alla tutela della salute di tutti i cittadini, (ai quali non resta che affidarsi alla divina provvidenza) indotti in questa maniera a vivere con apprensione la propria quotidianità.
Perciò, in applicazione della deliberazione di Giunta Regionale del 10 marzo 2020, n. 333 recante "La riorganizzazione della rete di assistenza territoriale della Regione Puglia" si chiede
Infine, considerata l'orografia del territorio, il persistente decremento delle nascite, il continuo fenomeno dell'emigrazione dovuto anche alla situazione sanitaria venutasi a creare, la considerevole crescita della popolazione anziana (di frequente con figli emigrati) che spesso resta sola ad affrontare le situazioni di disagio e al fine di restituire alla comunità spinazzolese un livello di assistenza sanitaria ragionevole e che possa definirsi tale, si chiede che venga convocato un tavolo di confronto urgente con tutti gli organi istituzionali in indirizzo.
Sicuro della Vs. sensibilità ad affrontare simili tematiche, il gruppo consiliare Idee in Comune porge distinti saluti.
Ecco il testo integrale della missiva.
Pregiatissimo Presidente,
Il gruppo consiliare "Idee in Comune" del Comune di Spinazzola rileva da diverso tempo un continuo depauperamento dei servizi sanitari sul territorio. Inoltre fa presente che, in seguito alla dismissione dell'ospedale cittadino, ancora oggi non sono stati riattivati tutti i legittimi servizi sanitari necessari promessi alla popolazione. Già nel lontano 2011 il Direttore Generale dell'Asl/Bt comunicava all'amministrazione comunale un piano aziendale di offerta sanitaria per rispondere alle occorrenze assistenziali dei cittadini, per garantire una medicina più vicina ai loro bisogni e che assicurasse un presidio emergenziale di primo livello, il trasporto tempestivo negli ospedali specializzati, nonché una gamma idonea di prestazioni specialistiche ambulatoriali. Questo piano mirava ad arginare i numerosi disagi che la comunità spinazzolese vive quotidianamente sulla propria pelle, a partire dalla possibilità di eseguire anche semplici visite specialistiche.
Si è peraltro parlato molto dei molteplici progetti in materia, tant'è che nel 2012 l'allora Direttore dell'ARES, con riferimento al ruolo del care manager presente in una delle proposte, dichiarava: "I pazienti li troveranno negli studi associati o negli uffici infermieristici del distretto. A tutti saranno forniti strumenti e tecnologie tipo la telemedicina per ogni paziente, ad esempio verranno registrati gli holter cardiaci o pressori. In ogni ufficio ci sarà una workstation che centralizzerà una sorta di cartella clinica nella quale troverà spazio la registrazione degli esami effettuati, dagli elettrocardiogrammi agli holter. Uno dei punti di forza del progetto è l'utilizzo della telemedicina che offre la possibilità di eseguire, presso gli studi medici, l'ambulatorio infermieristico e/o presso il domicilio del paziente, il telemonitoraggio medicale ai pazienti con malattie cronicodegenerative…".
Bene: queste proposte operative non hanno mai avuto riscontro nei fatti e, anzi, la situazione è venuta ulteriormente ad aggravarsi.
Da qualche tempo, infatti, il servizio del 118 viene svolto a giorni alternati senza neppure la presenza del medico a bordo delle ambulanze. A ciò si aggiunga che la prima struttura ospedaliera utile dista almeno 50 km dal centro abitato, da percorrere su strade spesso malridotte, senza nessuna segnaletica orizzontale e poco illuminate (come molti di Voi hanno potuto constatare di persona). Tutto ciò, pertanto, comporta un danno rilevante e imperdonabile alla tutela della salute di tutti i cittadini, (ai quali non resta che affidarsi alla divina provvidenza) indotti in questa maniera a vivere con apprensione la propria quotidianità.
Perciò, in applicazione della deliberazione di Giunta Regionale del 10 marzo 2020, n. 333 recante "La riorganizzazione della rete di assistenza territoriale della Regione Puglia" si chiede
- Il potenziamento dei Poliambulatori con la presenza di più specialisti e più ore nel poliambulatorio (mancano da anni: neurologo, urologo, dentista, ginecologo, pneumologo, allergologo e la drastica riduzione di ore di ORL, fisiatria, ortopedia e dermatologia);
- Di puntare sulla delocalizzazione delle cure dall'ospedale al territorio e più in generale in luoghi più prossimi al paziente, investendo risorse strutturali e di personale sanitario sui poliambulatori;
- Il Punto Fisso Medicalizzato con orario continuativo;
- Di rivalutare quel che resta della struttura ospedaliera attuale, al fine di renderla a tutti gli effetti parte della rete dei servizi di comunità;
- Di individuare gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici che consentono di assicurare a tutti i cittadini parametri uniformi dell'assistenza territoriale;
- Investire sull'Adi con finanziamenti strutturali e continuativi nel tempo per assicurare il necessario incremento del personale sanitario dedicato, per potenziare la dotazione strumentale e tecnologica a disposizione del personale sanitario, nonché per garantire maggiore multidisciplinarietà degli interventi;
- Di strutturare i servizi di consegna a domicilio di farmaci e dei dispositivi medici per i pazienti cronici;
- Di investire nella diffusione dell'infermiere di comunità, una figura che si è rivelata molto utile, in particolare nelle Aree Interne;
- Di potenziare i servizi di supporto alle famiglie con particolari fragilità (quali demenze, autismo, problemi di salute mentale, dipendenze e disturbi del comportamento alimentare), sulle quali grava un peso molto oneroso per l'assistenza, assicurando uniformità e pari opportunità di accesso ai servizi;
- Di implementare il welfare sanitario d'iniziativa, un modello assistenziale di gestione delle malattie croniche che "va incontro" al cittadino prima che le patologie insorgano o si aggravino, puntando sulla prevenzione e l'educazione;
- Rafforzare l'offerta territoriale è presupposto imprescindibile anche per evitare accessi impropri alle strutture ospedaliere.
Infine, considerata l'orografia del territorio, il persistente decremento delle nascite, il continuo fenomeno dell'emigrazione dovuto anche alla situazione sanitaria venutasi a creare, la considerevole crescita della popolazione anziana (di frequente con figli emigrati) che spesso resta sola ad affrontare le situazioni di disagio e al fine di restituire alla comunità spinazzolese un livello di assistenza sanitaria ragionevole e che possa definirsi tale, si chiede che venga convocato un tavolo di confronto urgente con tutti gli organi istituzionali in indirizzo.
Sicuro della Vs. sensibilità ad affrontare simili tematiche, il gruppo consiliare Idee in Comune porge distinti saluti.