Provincia, cade Giorgino: nuovo presidente facente funzioni è De Toma
Ecco come cambia il consiglio
venerdì 19 aprile 2019
12.05
L'amministrazione comunale della vicina Andria è stata battuta nel voto sul bilancio di previsione 2019 durante il consiglio comunale di mercoledì 17 aprile, ragione per cui il sindaco Nicola Giorgino è stato di fatto destituito e l'assemblea sarà sciolta, con l'imminente nomina di un Commissario prefettizio che guiderà la città (101 mila abitanti) fino a ottobre 2020.
La frattura interna al centrodestra andriese e il dissenso di cinque consiglieri di Forza Italia ha spostato gli equilibri politici determinando una situazione che ha delle ripercussioni anche sulla provincia Bat, che a termini di regolamenti non sarà più presieduta dallo stesso Giorgino, decaduto insieme ai quattro rappresentanti di Andria sui dodici componenti totali del consiglio (che peraltro non si riunisce dallo scorso 28 dicembre).
L'esponente ritenuto vicino alla Lega, intuendo il rischio di finire sotto nella votazione sul bilancio comunale, ha nominato un vicepresidente della provincia (da individuare fra i consiglieri) evitando così un clamoroso commissariamento anche della Bat. La scelta è ricaduta sul tranese Pasquale De Toma, consigliere comunale di Forza Italia, suscitando polemiche feroci a causa della parentela tra Giorgino e colui che in effetti sarà il suo successore.
Muta anche la composizione dell'assemblea provinciale: Giovanna Bruno e Lorenzo Marchio Rossi del Partito Democratico saranno rilevati da Barbara Costabile di Spinazzola e dalla barlettana Rosa Cascella; a Gennaro Lorusso di Insieme per la Bat (lista di centrodestra) subentrerà Giuseppe Arcangelo Di Paola di San Ferdinando mentre Laura Di Pilato di Fronte Democratico sarà rimpiazzata dal tranese Beppe Corrado. L'organo è formato anche dal dem Carlo Avantario (ex sindaco di Trani), dal barlettano Gigi Antonucci, dall'ex primo cittadino di San Ferdinando Michele Lamacchia, dal biscegliese Pierpaolo Pedone, da Cosimo Damiano Albore di Trinitapoli, Massimiliano Bevilacqua di Minervino Murge e Savino Tesoro di Margherita di Savoia. In definitiva: tre tranesi (compreso il nuovo presidente facente funzioni), due barlettani, due sanferdinandesi, un biscegliese, un trinitapolese, un minervinese, un margheritano e una spinazzolese. Andria, il comune più popoloso della provincia, perde la rappresentanza.
La frattura interna al centrodestra andriese e il dissenso di cinque consiglieri di Forza Italia ha spostato gli equilibri politici determinando una situazione che ha delle ripercussioni anche sulla provincia Bat, che a termini di regolamenti non sarà più presieduta dallo stesso Giorgino, decaduto insieme ai quattro rappresentanti di Andria sui dodici componenti totali del consiglio (che peraltro non si riunisce dallo scorso 28 dicembre).
L'esponente ritenuto vicino alla Lega, intuendo il rischio di finire sotto nella votazione sul bilancio comunale, ha nominato un vicepresidente della provincia (da individuare fra i consiglieri) evitando così un clamoroso commissariamento anche della Bat. La scelta è ricaduta sul tranese Pasquale De Toma, consigliere comunale di Forza Italia, suscitando polemiche feroci a causa della parentela tra Giorgino e colui che in effetti sarà il suo successore.
Muta anche la composizione dell'assemblea provinciale: Giovanna Bruno e Lorenzo Marchio Rossi del Partito Democratico saranno rilevati da Barbara Costabile di Spinazzola e dalla barlettana Rosa Cascella; a Gennaro Lorusso di Insieme per la Bat (lista di centrodestra) subentrerà Giuseppe Arcangelo Di Paola di San Ferdinando mentre Laura Di Pilato di Fronte Democratico sarà rimpiazzata dal tranese Beppe Corrado. L'organo è formato anche dal dem Carlo Avantario (ex sindaco di Trani), dal barlettano Gigi Antonucci, dall'ex primo cittadino di San Ferdinando Michele Lamacchia, dal biscegliese Pierpaolo Pedone, da Cosimo Damiano Albore di Trinitapoli, Massimiliano Bevilacqua di Minervino Murge e Savino Tesoro di Margherita di Savoia. In definitiva: tre tranesi (compreso il nuovo presidente facente funzioni), due barlettani, due sanferdinandesi, un biscegliese, un trinitapolese, un minervinese, un margheritano e una spinazzolese. Andria, il comune più popoloso della provincia, perde la rappresentanza.