Nel 2014 crollano i consumi di energia elettrica nella BAT
Aumenta in Puglia che produce il doppio del proprio fabbisogno
giovedì 27 agosto 2015
Nella Provincia di Barletta Andria Trani crollano i consumi di energia elettrica con un -4% nel 2014 rispetto all'anno 2013. E' questa la sintesi per la sesta provincia pugliese della ricerca effettuata dal Centro Studi di Confartigianato Puglia che ha elaborato per il terzo anno consecutivo i dati Terna, gestore della rete di trasmissione nazionale. La BAT è in controtendenza rispetto alla Puglia dove, invece, aumentano i consumi con uno 0,5% in più ed il passaggio da 16.970,5 a 17.050,9 gigawatt. Altro dato interessante è, tuttavia, la produzione di energia elettrica: la Puglia, infatti, ha prodotto 36.121,7 gigawatt nel 2014 con un incremento rispetto al 2013 quando l'energia prodotta si fermò a 35.431 gigawatt. Quasi il doppio del fabbisogno regionale proveniente interamente da impianti idroelettrici, termoelettrici, eolici e fotovoltaici. La richiesta di corrente elettrica in Regione, infatti, si è fermata a 18.875,8 gigawatt se si aggiungono i consumi delle Ferrovie dello Stato per la trazione dei propri mezzi (202 gigawatt), oltre alle perdite di trasmissione e distribuzione in rete.
Interessante anche i dati riferiti alla BAT che, nel complesso, utilizza "solo" un gigawatt all'anno di energia elettrica. Il crollo più vistoso è arrivato dal comparto agricolo che registra un -29% di utilizzo. Solo l'un percento in meno, invece, per il comparto dell'industria mentre per il terziario vi è una riduzione dell'1,6%. In calo, sensibile, anche il domestico con un -4,3% di utilizzo dell'energia elettrica. Per il dato pugliese, invece, analizzando i singoli comparti, si registra che i consumi dell'industria sono aumentati del 4,8 per cento (da 7.711,7 a 8.084,9), quelli dell'agricoltura sono diminuiti del 19,5 per cento (da 500,9 a 403,2), quelli del terziario in giù dell'1,3 per cento (da 4.633,6 a 4.574,2) e quelli dell'ambito domestico ancora in rosso del 3,3 per cento (da 4.124,3 a 3.988,5). In termini assoluti, il siderurgico (inglobato nel macro comparto dell'industria) è il settore che dà maggiori segnali di ripresa (da 3.656,1 a 4.108,1) pari al 12,4 per cento in più. La provincia più energivora è Taranto. Consuma 6.040,6 gigawatt, di cui 4.712,8 per l'industria, 665 per il terziario, 598,2 per il settore domestico e 64,6 per l'agricoltura. Complessivamente, nel tarantino, l'incremento si attesta al 6,4 per cento.
Segue la provincia di Bari con 3.862 gigawatt, di cui 1.487,9 per il terziario, 1.231,6 nelle abitazioni private, 1.037,8 per l'industria e 104,7 per l'agricoltura. Al terzo posto c'è la provincia di Lecce con 2.125,9 gigawatt, di cui 836,8 nelle case, 832,9 per il terziario, 397,7 per l'industria e 58,5 per l'agricoltura. Dopo viene Brindisi con 2.037 gigawatt, di cui 1.172,1 per l'industria, 420,3 nell'ambito domestico, 406,9 per il terziario e 37,7 per l'agricoltura. La provincia di Foggia è quinta con 1.780,2 gigawatt, di cui 636,1 per il terziario, 548,5 per il settore domestico, 502,5 per l'industria e 93,1 per l'agricoltura. «Al netto delle considerazioni sull'andamento dei consumi, il dato più rilevante ricavabile dall'elaborazione del nostro Centro studi – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – è che la nostra regione non solo è autosufficiente in relazione al proprio fabbisogno energetico, ma addirittura produce molta più energia di quanta gliene occorra. Il paradosso è che, nonostante questo ruolo di contribuzione netta a vantaggio dell'intera rete nazionale, le bollette dei cittadini e quelle delle imprese pugliesi continuano ad essere particolarmente salate. Insomma – spiega il presidente – le ricadute per il pubblico di questo primato in costante crescita sono davvero molto scarse. È doveroso garantire ai pugliesi la possibilità di beneficiare di questi risultati, evitando che si traducano in un esclusivo vantaggio commerciale per i singoli operatori».
Interessante anche i dati riferiti alla BAT che, nel complesso, utilizza "solo" un gigawatt all'anno di energia elettrica. Il crollo più vistoso è arrivato dal comparto agricolo che registra un -29% di utilizzo. Solo l'un percento in meno, invece, per il comparto dell'industria mentre per il terziario vi è una riduzione dell'1,6%. In calo, sensibile, anche il domestico con un -4,3% di utilizzo dell'energia elettrica. Per il dato pugliese, invece, analizzando i singoli comparti, si registra che i consumi dell'industria sono aumentati del 4,8 per cento (da 7.711,7 a 8.084,9), quelli dell'agricoltura sono diminuiti del 19,5 per cento (da 500,9 a 403,2), quelli del terziario in giù dell'1,3 per cento (da 4.633,6 a 4.574,2) e quelli dell'ambito domestico ancora in rosso del 3,3 per cento (da 4.124,3 a 3.988,5). In termini assoluti, il siderurgico (inglobato nel macro comparto dell'industria) è il settore che dà maggiori segnali di ripresa (da 3.656,1 a 4.108,1) pari al 12,4 per cento in più. La provincia più energivora è Taranto. Consuma 6.040,6 gigawatt, di cui 4.712,8 per l'industria, 665 per il terziario, 598,2 per il settore domestico e 64,6 per l'agricoltura. Complessivamente, nel tarantino, l'incremento si attesta al 6,4 per cento.
Segue la provincia di Bari con 3.862 gigawatt, di cui 1.487,9 per il terziario, 1.231,6 nelle abitazioni private, 1.037,8 per l'industria e 104,7 per l'agricoltura. Al terzo posto c'è la provincia di Lecce con 2.125,9 gigawatt, di cui 836,8 nelle case, 832,9 per il terziario, 397,7 per l'industria e 58,5 per l'agricoltura. Dopo viene Brindisi con 2.037 gigawatt, di cui 1.172,1 per l'industria, 420,3 nell'ambito domestico, 406,9 per il terziario e 37,7 per l'agricoltura. La provincia di Foggia è quinta con 1.780,2 gigawatt, di cui 636,1 per il terziario, 548,5 per il settore domestico, 502,5 per l'industria e 93,1 per l'agricoltura. «Al netto delle considerazioni sull'andamento dei consumi, il dato più rilevante ricavabile dall'elaborazione del nostro Centro studi – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – è che la nostra regione non solo è autosufficiente in relazione al proprio fabbisogno energetico, ma addirittura produce molta più energia di quanta gliene occorra. Il paradosso è che, nonostante questo ruolo di contribuzione netta a vantaggio dell'intera rete nazionale, le bollette dei cittadini e quelle delle imprese pugliesi continuano ad essere particolarmente salate. Insomma – spiega il presidente – le ricadute per il pubblico di questo primato in costante crescita sono davvero molto scarse. È doveroso garantire ai pugliesi la possibilità di beneficiare di questi risultati, evitando che si traducano in un esclusivo vantaggio commerciale per i singoli operatori».