"Il caso Grottelline", il libro-inchiesta di Cosimo Forina: «Per consegnare un luogo al futuro»
Un libro di denuncia, lotta e coraggio in difesa di un tesoro del territorio da valorizzare
domenica 23 agosto 2020
8.36
Ha dovuto attendere 30 anni per poter essere dato alle stampe. Tanto è stata lunga la storia di uno dei siti archeologici più importanti del territorio, fatta di interessi, battaglie e burocrazia, tanto ci è voluto per poter mettere un punto e scongiurarne lo sfacelo.
Si intitola "Il caso Grottelline - Cronaca di un giornalista in provincia" il libro scritto dal giornalista Cosimo Forina pubblicato nel giugno 2020, all'indomani della sentenza del Tar del Lazio che ha decretato il no alla discarica.
Una indagine storiografica svolta con dedizione, attenzione, passione, dal giornalista che si fa portavoce ed interprete della storia e della ricchezza del sito di interesse archeologico, storico, naturalistico di Grottelline, a una manciata di chilometri fra Spinazzola e Poggiorsini. Un luogo testimone del passaggio millenario dell'uomo, dal Neolitico al Medioevo, fra la chiesa rupestre a cinque absidi (una rarità), testimonianze di graffiti precristiani, il Casale che attesta la presenza dei Templari, la Masseria Salomone del XVI secolo, sotto la Via Appia, sopra il volteggiare maestoso del falco lanario, specie protetta e preziosissima.
Luogo di deposito della memoria, Grottelline ha rischiato di essere usato come luogo di deposito di rifiuti: il libro racconta infatti i trent'anni intercorsi fra l'individuazione del sito come discarica (1990) e il 27 giugno 2020 quando la sentenza del Tar del Lazio ha posto definitivamente la parola "fine" all'annosa vicenda, accogliendo il ricorso dei comuni di Spinazzola e Poggiorsini contro la realizzazione della discarica in località Grottelline.
Un lavoro corposo, scrupoloso, correlato di documenti, atti e procedure amministrative, che sviscera interessi economici e politici e racconta l'esperienza di caparbia e coraggiosa battaglia in difesa del sito da parte di Forina e dei cittadini, in nome della salute e della tutela di abitanti e territorio.
La cronaca di trent'anni di vita di un uomo, di un giornalista, di una comunità e soprattutto di un pezzo di storia della nostra realtà locale che finisce inevitabilmente per attraversare la complessità di problemi e vicende che investono il nostro Paese che da particolari diventano generali, esemplificano modelli di gestione e di esercizio del rapporto governanti-governati, istituzioni-economia-società civile .
Cosimo, cosa ti ha spinto ad iniziare questo libro di inchiesta?
È stato un atto dovuto affinché nulla sia dimenticato. Non è solo una storia locale ma regionale e nazionale sul sistema scellerato della gestione dei rifiuti, e di chiarimento per quanto questa storia ha inciso nella mia vita personale. Tutto quello che il lettore troverà è stato documentato con nomi e cognomi (sono oltre 500 i nomi riportati), con atti amministrativi, intercettazioni della direzione investigativa antimafia di Bari, verbali della commissione parlamentare antimafia e del ciclo dei rifiuti, atti e interrogazioni parlamentari presentate in Italia e al parlamento europeo.
Tutto utile per far comprendere chi in questi anni ha tentato di svendere il territorio favorendo le aspettative delle lobby, pronte a realizzare a Spinazzola più discariche, e chi invece si è schierato, pochissimi in verità, realmente per la sua difesa.
Hai combattuto, difeso il territorio e dovuto attendere per 30 anni la sentenza del Tar per mettere un punto alla vicenda e anche al libro, come ti sei sentito?
La sentenza del Tar del Lazio è stata semplicemente la conferma di ciò che avevo già scritto e denunciato con i miei oltre 700 articoli di cronaca. Conferma le osservazioni presentate, in ordine di tempo, dal coordinatore regionale della Lipu Enzo Cripezzi e da Legambiente con il geologo Francesco Bartucci e l'arch. Domenico Delle Foglie sulla inidoneità del sito e sulla illegittimità della deroga paesaggistica rilasciata dalla regione.
Dai primi articoli è scaturita la denuncia degli agricoltori proprietari dei campi limitrofi alle buche discarica che portò al primo sequestro del sito da parte della procura di Trani. Con quella documentazione, nel 2007 il Comune di Poggiorsini ha presentato il suo secondo ricorso al Tar in cui è subentrato, solo nel 2014 con motivi aggiuntivi, il Comune di Spinazzola.
A Grottelline, per le peculiarità del luogo la discarica, come conferma la sentenza del Tar del Lazio, non andava nemmeno programmata nel 1990 ed invece grazie al gioco delle "carte a posto", puntualmente smascherate, si è andati avanti tentando di aumentare anche la possibilità di insediare, sempre a Grottelline, oltre all'immondezzaio, più impianti per il trattamento dei rifiuti, spacciandoli come opportunità di lavoro per i giovani.
Ad essere smentiti dal Tar per i loro atti scellerati, non solo alcune amministrazioni del Comune di Spinazzola, la Regione Puglia a partire da Raffaele Fitto, Nichi Vendola, che su Grottelline ne ha davvero raccontate tante, lo stesso Michele Emiliano il quale, nonostante i suoi buoni propositi, ad oggi non ha cancellato dal Piano Regionale dei rifiuti quella località, richiesto anche dall'Ager.
Cosa significa il sito di Grottelline per uno spinazzolese?
Per lo spinazzolese non significa ancora nulla, perché non ha ancora piena coscienza del valore culturale, storico, paesaggistico, architettonico, naturalistico e archeologico che rappresenta il sito di Grottelline. Il mondo, invece, ha imparato a conoscerlo grazie alle pubblicazioni storico-scientifiche degli scavi del 2004-2005 condotti da parte dell'Università di Pisa, le diverse tesi di laurea da parte di laureandi provenienti da più Università italiane, e per le immagini suggestive del film del regista Matteo Garrone "Pinocchio", il quale ha scelto proprio Masseria Salomone di Grottelline per ambientare alcune scene del suo lavoro come quelle del burattino che smette di dire bugie e diventa bambino.
Ecco, il libro ripercorre le bugie di tutti questi anni per consegnare un luogo al futuro che ora va valorizzato pienamente.
Si intitola "Il caso Grottelline - Cronaca di un giornalista in provincia" il libro scritto dal giornalista Cosimo Forina pubblicato nel giugno 2020, all'indomani della sentenza del Tar del Lazio che ha decretato il no alla discarica.
Una indagine storiografica svolta con dedizione, attenzione, passione, dal giornalista che si fa portavoce ed interprete della storia e della ricchezza del sito di interesse archeologico, storico, naturalistico di Grottelline, a una manciata di chilometri fra Spinazzola e Poggiorsini. Un luogo testimone del passaggio millenario dell'uomo, dal Neolitico al Medioevo, fra la chiesa rupestre a cinque absidi (una rarità), testimonianze di graffiti precristiani, il Casale che attesta la presenza dei Templari, la Masseria Salomone del XVI secolo, sotto la Via Appia, sopra il volteggiare maestoso del falco lanario, specie protetta e preziosissima.
Luogo di deposito della memoria, Grottelline ha rischiato di essere usato come luogo di deposito di rifiuti: il libro racconta infatti i trent'anni intercorsi fra l'individuazione del sito come discarica (1990) e il 27 giugno 2020 quando la sentenza del Tar del Lazio ha posto definitivamente la parola "fine" all'annosa vicenda, accogliendo il ricorso dei comuni di Spinazzola e Poggiorsini contro la realizzazione della discarica in località Grottelline.
Un lavoro corposo, scrupoloso, correlato di documenti, atti e procedure amministrative, che sviscera interessi economici e politici e racconta l'esperienza di caparbia e coraggiosa battaglia in difesa del sito da parte di Forina e dei cittadini, in nome della salute e della tutela di abitanti e territorio.
La cronaca di trent'anni di vita di un uomo, di un giornalista, di una comunità e soprattutto di un pezzo di storia della nostra realtà locale che finisce inevitabilmente per attraversare la complessità di problemi e vicende che investono il nostro Paese che da particolari diventano generali, esemplificano modelli di gestione e di esercizio del rapporto governanti-governati, istituzioni-economia-società civile .
Cosimo, cosa ti ha spinto ad iniziare questo libro di inchiesta?
È stato un atto dovuto affinché nulla sia dimenticato. Non è solo una storia locale ma regionale e nazionale sul sistema scellerato della gestione dei rifiuti, e di chiarimento per quanto questa storia ha inciso nella mia vita personale. Tutto quello che il lettore troverà è stato documentato con nomi e cognomi (sono oltre 500 i nomi riportati), con atti amministrativi, intercettazioni della direzione investigativa antimafia di Bari, verbali della commissione parlamentare antimafia e del ciclo dei rifiuti, atti e interrogazioni parlamentari presentate in Italia e al parlamento europeo.
Tutto utile per far comprendere chi in questi anni ha tentato di svendere il territorio favorendo le aspettative delle lobby, pronte a realizzare a Spinazzola più discariche, e chi invece si è schierato, pochissimi in verità, realmente per la sua difesa.
Hai combattuto, difeso il territorio e dovuto attendere per 30 anni la sentenza del Tar per mettere un punto alla vicenda e anche al libro, come ti sei sentito?
La sentenza del Tar del Lazio è stata semplicemente la conferma di ciò che avevo già scritto e denunciato con i miei oltre 700 articoli di cronaca. Conferma le osservazioni presentate, in ordine di tempo, dal coordinatore regionale della Lipu Enzo Cripezzi e da Legambiente con il geologo Francesco Bartucci e l'arch. Domenico Delle Foglie sulla inidoneità del sito e sulla illegittimità della deroga paesaggistica rilasciata dalla regione.
Dai primi articoli è scaturita la denuncia degli agricoltori proprietari dei campi limitrofi alle buche discarica che portò al primo sequestro del sito da parte della procura di Trani. Con quella documentazione, nel 2007 il Comune di Poggiorsini ha presentato il suo secondo ricorso al Tar in cui è subentrato, solo nel 2014 con motivi aggiuntivi, il Comune di Spinazzola.
A Grottelline, per le peculiarità del luogo la discarica, come conferma la sentenza del Tar del Lazio, non andava nemmeno programmata nel 1990 ed invece grazie al gioco delle "carte a posto", puntualmente smascherate, si è andati avanti tentando di aumentare anche la possibilità di insediare, sempre a Grottelline, oltre all'immondezzaio, più impianti per il trattamento dei rifiuti, spacciandoli come opportunità di lavoro per i giovani.
Ad essere smentiti dal Tar per i loro atti scellerati, non solo alcune amministrazioni del Comune di Spinazzola, la Regione Puglia a partire da Raffaele Fitto, Nichi Vendola, che su Grottelline ne ha davvero raccontate tante, lo stesso Michele Emiliano il quale, nonostante i suoi buoni propositi, ad oggi non ha cancellato dal Piano Regionale dei rifiuti quella località, richiesto anche dall'Ager.
Cosa significa il sito di Grottelline per uno spinazzolese?
Per lo spinazzolese non significa ancora nulla, perché non ha ancora piena coscienza del valore culturale, storico, paesaggistico, architettonico, naturalistico e archeologico che rappresenta il sito di Grottelline. Il mondo, invece, ha imparato a conoscerlo grazie alle pubblicazioni storico-scientifiche degli scavi del 2004-2005 condotti da parte dell'Università di Pisa, le diverse tesi di laurea da parte di laureandi provenienti da più Università italiane, e per le immagini suggestive del film del regista Matteo Garrone "Pinocchio", il quale ha scelto proprio Masseria Salomone di Grottelline per ambientare alcune scene del suo lavoro come quelle del burattino che smette di dire bugie e diventa bambino.
Ecco, il libro ripercorre le bugie di tutti questi anni per consegnare un luogo al futuro che ora va valorizzato pienamente.