«Grazie a Lina Wertmuller, la registra che valorizzò la Barletta - Spinazzola»
Il contributo di una nostra lettrice
venerdì 10 dicembre 2021
10.07
«Grazie a Lina Wertmuller, la regista dagli occhiali bianchi spentasi ieri, che ha saputo valorizzare la Barletta-Spinazzola nel film con Paolo Villaggio "Io speriamo che me la cavo"» è l'incipit di una missiva giunta in redazione da parte di una nostra lettrice.
Il filmato che mostriamo riporta la scena finale del film, girato anche a Corato. Una scena commovente che valorizza i luoghi di Spinazzola.
«Girato nel 1992, fu un autentico successo di critica e di pubblico. Ma ancor più memorabile per le magistrali sequenze girate nella stazione di Spinazzola che nella pellicola diventò "Corsano" in Campania per esigenze di copione e di sceneggiatura. E le altre riprese di Paolo Villaggio, il maestro di scuola elementare di una banda di ragazzini passati sotto la sua guida da terribili a piccole brave persone, all'interno delle automotrici diesel Aln 668 popolarmente conosciute come "littorine".
Sempre fresco il ricordo nella testimonianza di chi ha vissuto quell'esperienza. Come l'andriese Mimì Lomuscio, all'epoca casellante della Stazioncina di Canne della Battaglia: «Ci fece il grande onore di visitare la stazioncina, dove abitavamo io con la mia famiglia. L'accogliemmo con grande rispetto e con ancora maggiore affetto. Una persona garbata ma ferma e decisa, una donna che andava subito al punto senza tanti giri di parole…»
Di quell'esperienza resta un film davvero emblematico, forse l'unico a raccontare la bellezza del nostro territorio attraverso i finestrini delle vecchie, care "littorine" sul binario unico che l'anno prossimo festeggerà i 130 anni dalla sua progettazione (1892-2022) e grazie alle riprese degli operatori di fotografia che sorvolarono la ferrovia in elicottero per seguire le sequenze finali…»
Il filmato che mostriamo riporta la scena finale del film, girato anche a Corato. Una scena commovente che valorizza i luoghi di Spinazzola.
«Girato nel 1992, fu un autentico successo di critica e di pubblico. Ma ancor più memorabile per le magistrali sequenze girate nella stazione di Spinazzola che nella pellicola diventò "Corsano" in Campania per esigenze di copione e di sceneggiatura. E le altre riprese di Paolo Villaggio, il maestro di scuola elementare di una banda di ragazzini passati sotto la sua guida da terribili a piccole brave persone, all'interno delle automotrici diesel Aln 668 popolarmente conosciute come "littorine".
Sempre fresco il ricordo nella testimonianza di chi ha vissuto quell'esperienza. Come l'andriese Mimì Lomuscio, all'epoca casellante della Stazioncina di Canne della Battaglia: «Ci fece il grande onore di visitare la stazioncina, dove abitavamo io con la mia famiglia. L'accogliemmo con grande rispetto e con ancora maggiore affetto. Una persona garbata ma ferma e decisa, una donna che andava subito al punto senza tanti giri di parole…»
Di quell'esperienza resta un film davvero emblematico, forse l'unico a raccontare la bellezza del nostro territorio attraverso i finestrini delle vecchie, care "littorine" sul binario unico che l'anno prossimo festeggerà i 130 anni dalla sua progettazione (1892-2022) e grazie alle riprese degli operatori di fotografia che sorvolarono la ferrovia in elicottero per seguire le sequenze finali…»