Esplosione al bancomat, arrestato 42enne
Sarebbe il responsabile di una atto dinamitardo compiuto a Barletta nel 2016
giovedì 16 novembre 2017
12.23
Ieri mattina, a Spinazzola, la Polizia di Stato ha tratto in arresto, in esecuzione di un provvedimento cautelare della custodia in carcere emesso dal Gip del Tribunale di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, Michele Garramone, 42 anni, ritenuto responsabile, in concorso con ignoti, dei reati di furto aggravato, detenzione di materiale esplosivo e danneggiamento.
A seguito di un'intensa attività d'indagine supportata da attività tecniche, condotta dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Barletta, in collaborazione con il personale del Commissariato di P.S. di Andria, è emerso che l'uomo, il 23 marzo dello scorso anno, unitamente ad altri complici, si era reso responsabile di un attentato dinamitardo posto in essere nei confronti della filiale del Banco di Napoli di Barletta, ubicata in via Canosa.
La tecnica utilizzata dai malfattori consisteva nell'inserire all'interno della feritoia del bancomat un ferro con manico a "T", della lunghezza di 55 cm circa, su cui veniva posizionato un manufatto di fattura artigianale, comunemente conosciuto con il nome di "marmotta", consistente in una carica esplosiva innescata da una miccia a lenta combustione; la deflagrazione causava l'apertura della cassaforte\bancomat consentendo in tal modo ai malfattori di accedere al contenitore delle banconote.
Dopo le formalità di rito, l'uomo è stato associato presso la Casa Circondariale di Trani, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
A seguito di un'intensa attività d'indagine supportata da attività tecniche, condotta dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Barletta, in collaborazione con il personale del Commissariato di P.S. di Andria, è emerso che l'uomo, il 23 marzo dello scorso anno, unitamente ad altri complici, si era reso responsabile di un attentato dinamitardo posto in essere nei confronti della filiale del Banco di Napoli di Barletta, ubicata in via Canosa.
La tecnica utilizzata dai malfattori consisteva nell'inserire all'interno della feritoia del bancomat un ferro con manico a "T", della lunghezza di 55 cm circa, su cui veniva posizionato un manufatto di fattura artigianale, comunemente conosciuto con il nome di "marmotta", consistente in una carica esplosiva innescata da una miccia a lenta combustione; la deflagrazione causava l'apertura della cassaforte\bancomat consentendo in tal modo ai malfattori di accedere al contenitore delle banconote.
Dopo le formalità di rito, l'uomo è stato associato presso la Casa Circondariale di Trani, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.