Emilio Solfrizzi in “Sarto per Signora”, regia di Valerio Binasco
In scena al Teatro Curci la comicità travolgente e catartica di Feydeau
domenica 8 novembre 2015
09.14
Tra gag e comicità Emilio Solfrizzi, nei panni del dottor Molineaux, torna nella sua Puglia per inaugurare la stagione 2015/2016 del Teatro Curci di Barletta. Uno spettacolo piacevolissimo che reca la firma di Feydeau e vanta la prestigiosissima regia di Valerio Binasco. Ambientato nella Parigi dell'800, "Sarto per Signora" ha tutti i tratti distintivi della commedia degli equivoci, che volutamente nasconde tra battute esilaranti, incontri impossibili, incomprensioni, casualità e coincidenze, la sottile polemica alla leggerezza borghese di fine ottocento e la critica alla discutibile moralità di facciata di quegli anni. Con più di cento repliche in programma, Emilio Solfrizzi si dice orgoglioso del suo ruolo in una pièce che vanta uno straordinario comparto di attori (Anita Bartolucci, Barbara Bedrina, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Giulia Weber) sapientemente orchestrati da Binasco.
Il regista racconta così la scelta della drammaturgia: «Ritengo che Feydeau sia uno dei più grandi autori del mondo. C'è una poesia tutta speciale, nell'arte di far ridere. Ed è la poesia dei 'caratteri'. Dell'umanità stramba. Che si ficca in situazioni impossibili, e ne esce all'ultimo secondo con un impossibile balzo. È il balzo che tutti vorremmo saper fare. Lo sguardo di Feydeau sui temi più importanti della vita (come l'amore, il matrimonio, il successo sociale) è talmente immorale e superficiale, che sembra riscattare beffardamente la pesantezza della vita." Una scelta quella di Binasco, pienamente condivisa da Solfrizzi: «per troppo tempo Feydeau è stato ritenuto meno di quanto avrebbe dovuto e invece è un grandissimo autore».
"Sarto per Signora" è infatti uno dei capolavori della comicità francese e nell'adattamento andato in scena al Curci, gli abiti del dottor Molineaux sembrano calzare a pennello per Solfrizzi. L'attore però sottolinea subito la sua distanza dal personaggio: «Non potrei mai essere lui nella vita, non ho una memoria così forte da ricordare ogni sua bugia.» Molineaux infatti è un personaggio dai dubbi comportamenti coniugali che tradisce la moglie fingendosi sarto e conducendo in tal modo il divertente gioco di intrecci generato dal triangolo adulterino. Situazioni di cui si ride di gusto, laddove la comicità si fa travolgente e catartica. Un grande successo insomma per un'opera che, fatti i dovuti distinguo, resta ancora attuale.
Il regista racconta così la scelta della drammaturgia: «Ritengo che Feydeau sia uno dei più grandi autori del mondo. C'è una poesia tutta speciale, nell'arte di far ridere. Ed è la poesia dei 'caratteri'. Dell'umanità stramba. Che si ficca in situazioni impossibili, e ne esce all'ultimo secondo con un impossibile balzo. È il balzo che tutti vorremmo saper fare. Lo sguardo di Feydeau sui temi più importanti della vita (come l'amore, il matrimonio, il successo sociale) è talmente immorale e superficiale, che sembra riscattare beffardamente la pesantezza della vita." Una scelta quella di Binasco, pienamente condivisa da Solfrizzi: «per troppo tempo Feydeau è stato ritenuto meno di quanto avrebbe dovuto e invece è un grandissimo autore».
"Sarto per Signora" è infatti uno dei capolavori della comicità francese e nell'adattamento andato in scena al Curci, gli abiti del dottor Molineaux sembrano calzare a pennello per Solfrizzi. L'attore però sottolinea subito la sua distanza dal personaggio: «Non potrei mai essere lui nella vita, non ho una memoria così forte da ricordare ogni sua bugia.» Molineaux infatti è un personaggio dai dubbi comportamenti coniugali che tradisce la moglie fingendosi sarto e conducendo in tal modo il divertente gioco di intrecci generato dal triangolo adulterino. Situazioni di cui si ride di gusto, laddove la comicità si fa travolgente e catartica. Un grande successo insomma per un'opera che, fatti i dovuti distinguo, resta ancora attuale.