Da Spinazzola al Kazakhstan, il viaggio di Rosa Bruno per Expo Astana 2017
Venti universitari scelti per rappresentare l'Italia all’esposizione universale
giovedì 10 agosto 2017
19.54
Un bando, una possibilità, la voglia di scoprire il mondo, la passione per la lingua russa, un colloquio via Skype e alla fine un biglietto aereo e un visto sul passaporto. Questi gli ingredienti che hanno portato la giovane spinazzolese Rosa Bruno all'Expo 2017.
Ventiduenne, studentessa dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", laureanda in 'Comunicazione linguistica e interculturale', curriculum in 'Mediazione Interculturale con russo e tedesco', non si è lasciata sfuggire l'occasione. «A febbraio 2017 - racconta - notai sul sito dell'Università un bando per svolgere un periodo di volontariato presso il padiglione Italia all'Expo che si sarebbe svolto in Kazakistan dal 10 giugno al 10 settembre 2017. Requisiti per la partecipazione: ottima conoscenza dell'inglese e conoscenza della lingua russa. Decido di candidarmi, senza nessuna aspettativa, sapendo che la richiesta dell'Ambasciata italiana in Kazakistan fosse stata presentata a tutte le università italiane in cui si studia russo e quindi c'erano poche possibilità di essere selezionata. A inizio giugno 2017 – continua nel suo racconto - mi contattano dall'Ambasciata per fare il colloquio via Skype. Questo voleva dire che avevo superato il primo step. Durante il colloquio, fatto in italiano, inglese e russo, mi chiedono informazioni su energia, fonti di energia rinnovabili e la situazione dell'Italia relativamente a questo campo, cose che non hanno a che fare con i miei studi, ma che riguardano a pieno il tema di Expo 2017: "L'energia del futuro".
Finalmente, il 3 luglio, appena rientrata da Riga, in Lettonia, dove ho svolto il mio programma Erasmus, ricevo comunicazione di essere stata selezionata». Così Rosa Bruno è arrivata in Kazakistan il 26 luglio e ci resterà fino all'11 settembre. Si tratta essenzialmente di un'esperienza di volontariato molto utile per praticare la lingua russa. Il padiglione Italia è un misto di storia e tecnologia, dove sono presentati alcuni scienziati italiani quali Antonio Pacinotti, Enrico Fermi, Alessandro Volta e Leonardo da Vinci e le loro scoperte e invenzioni. All'interno del padiglione c'è uno spazio dedicato alle regioni che partecipano all'esposizione e ogni settimana i rappresentanti della regione rappresentata portano le loro idee e i loro progetti. Il complesso Expo ad Astana è totalmente diverso da quello di Milano 2015, non solo per la diversità del tema in questione, ma anche per le strutture e l'organizzazione. All'interno del padiglione Italia, i volontari collaborano con lo staff kazako nell'accoglienza dei visitatori e nell'esposizione dei contenuti delle diverse sale.
«È un lavoro stancante – prosegue Rosa – soprattutto perché si sta in piedi per la maggior parte del tempo, ma è molto interessante stare in contatto con la gente del posto e con gli altri volontari, sia per la lingua sia per la cultura e lo scambio di esperienze». E poi ancora: «Il fatto di avere staff italiano nel padiglione, diversamente dalle altre nazioni, attira molto. I kazaki sono molto interessati alla lingua e alla cultura italiana e quando sentono parlare italiano sono affascinati».
«Impressioni sul Kazakistan? Ho visitato il centro di Astana e mi sembra una realtà idealizzata, tutto enorme e in ordine. Una cosa che ho notato sia nel centro città, sia nel complesso Expo, è che è una città in continua riparazione! La manutenzione kazaka non dorme mai, si fanno sempre lavori. È una città giovane, costruita proprio per diventare capitale (infatti "Astana" in kazako significa "capitale") e ancora in costruzione».
Ventiduenne, studentessa dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", laureanda in 'Comunicazione linguistica e interculturale', curriculum in 'Mediazione Interculturale con russo e tedesco', non si è lasciata sfuggire l'occasione. «A febbraio 2017 - racconta - notai sul sito dell'Università un bando per svolgere un periodo di volontariato presso il padiglione Italia all'Expo che si sarebbe svolto in Kazakistan dal 10 giugno al 10 settembre 2017. Requisiti per la partecipazione: ottima conoscenza dell'inglese e conoscenza della lingua russa. Decido di candidarmi, senza nessuna aspettativa, sapendo che la richiesta dell'Ambasciata italiana in Kazakistan fosse stata presentata a tutte le università italiane in cui si studia russo e quindi c'erano poche possibilità di essere selezionata. A inizio giugno 2017 – continua nel suo racconto - mi contattano dall'Ambasciata per fare il colloquio via Skype. Questo voleva dire che avevo superato il primo step. Durante il colloquio, fatto in italiano, inglese e russo, mi chiedono informazioni su energia, fonti di energia rinnovabili e la situazione dell'Italia relativamente a questo campo, cose che non hanno a che fare con i miei studi, ma che riguardano a pieno il tema di Expo 2017: "L'energia del futuro".
Finalmente, il 3 luglio, appena rientrata da Riga, in Lettonia, dove ho svolto il mio programma Erasmus, ricevo comunicazione di essere stata selezionata». Così Rosa Bruno è arrivata in Kazakistan il 26 luglio e ci resterà fino all'11 settembre. Si tratta essenzialmente di un'esperienza di volontariato molto utile per praticare la lingua russa. Il padiglione Italia è un misto di storia e tecnologia, dove sono presentati alcuni scienziati italiani quali Antonio Pacinotti, Enrico Fermi, Alessandro Volta e Leonardo da Vinci e le loro scoperte e invenzioni. All'interno del padiglione c'è uno spazio dedicato alle regioni che partecipano all'esposizione e ogni settimana i rappresentanti della regione rappresentata portano le loro idee e i loro progetti. Il complesso Expo ad Astana è totalmente diverso da quello di Milano 2015, non solo per la diversità del tema in questione, ma anche per le strutture e l'organizzazione. All'interno del padiglione Italia, i volontari collaborano con lo staff kazako nell'accoglienza dei visitatori e nell'esposizione dei contenuti delle diverse sale.
«È un lavoro stancante – prosegue Rosa – soprattutto perché si sta in piedi per la maggior parte del tempo, ma è molto interessante stare in contatto con la gente del posto e con gli altri volontari, sia per la lingua sia per la cultura e lo scambio di esperienze». E poi ancora: «Il fatto di avere staff italiano nel padiglione, diversamente dalle altre nazioni, attira molto. I kazaki sono molto interessati alla lingua e alla cultura italiana e quando sentono parlare italiano sono affascinati».
«Impressioni sul Kazakistan? Ho visitato il centro di Astana e mi sembra una realtà idealizzata, tutto enorme e in ordine. Una cosa che ho notato sia nel centro città, sia nel complesso Expo, è che è una città in continua riparazione! La manutenzione kazaka non dorme mai, si fanno sempre lavori. È una città giovane, costruita proprio per diventare capitale (infatti "Astana" in kazako significa "capitale") e ancora in costruzione».