Conte firma il decreto ristoro, risorse a fondo perduto per le categorie danneggiate dal Dpcm

«Non ci sono operatori di serie A e di serie B, dobbiamo scongiurare il lockdown generalizzato»

mercoledì 28 ottobre 2020
Dopo il Decreto Rilancio, arriva il Decreto Ristoro. Il presidente del Consiglio Conte ha presentato nella serata di ieri il nuovo testo che comprende azioni in favore di tutte le categorie danneggiate a causa delle misure restrittive dovute all'ultimo Dpcm (bar, ristoranti, palestre, piscine, teatri, cinema, ecc...).

Tra le misure previste nuovi contributi a fondo perduto, che arriveranno già a metà novembre per coloro che avevano già usufruito delle analoghe misure con il Decreto Rilancio. A titolo di esempio un piccolo bar che aveva ottenuto 2 mila euro può oggi averne 3 mila, una palestra che ne aveva avuti 2 mila può ottenerne 4 mila e un grande ristorante che aveva beneficiato di 13 mila euro può avere fino a 26 mila euro a fondo perduto.

Previsto anche un credito di imposta per gli affitti commerciali relativi ai mesi di ottobre, novembre e dicembre; esenzione della rata Imu in scadenza il 13 dicembre; sospensione dei pagamenti dei contributi per i dipendenti per il mese di novembre; indennità specifica di mille euro per i lavoratori dello spettacolo e del turismo; fondi di 100 milioni destinato alla filiera agricola che avrà anche la cancellazione del pagamento dei contributi per novembre.

Il decreto vale complessivamente oltre 5 miliardi di euro.

«Il nostro obiettivo è tenere sotto controllo la curva epidemiologica - sottolinea Conte - ma ho firmato il Dpcm all'1 di notte solo quando abbiamo avuto la certezza che ci fossero i fondi per questo decreto. Per noi non ci sono operatori di serie A e operatori di serie B, ma ora è indispensabile ridurre le principali occasioni di socialità, per permettere di decongestionare i mezzi pubblici, evitare assembramenti e agevolare il sistema dei tracciamenti. Con queste misure abbiamo la possibilità di affrontare dicembre con una certa serenità, evitando di mandare il sistema sanitario sotto stress.

Le nostre scelte è giusto che possano essere criticare, siamo in un regime democratico - aggiunge - ma non sono certo scelte fatte in modo indiscriminato».