Agriturismi chiusi per Covid, Coldiretti: «Tari 2021 azzerata»

L'appello rivolto ad ANCI: «Servono misure coerenti e ristori immediati»

venerdì 15 gennaio 2021
Appello ad ANCI Puglia affinché i Comuni azzerino la tassa sui rifiuti Tari per l'anno 2021 per gli 876 agriturismi chiusi per effetto della emergenza pandemica causata dal Covid 19, con una perdita di fatturato di oltre 60 milioni. È quanto sollecita Coldiretti Puglia, dopo la lettera inviata da Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti, ad ANCI Puglia con cui è stato chiesto di annullare il pagamento della tassa sui rifiuti 2021, una scelta responsabile dei Comuni in favore delle imprese agrituristiche che hanno subito, in conseguenza della crisi epidemiologica e dei provvedimenti atti a contenerla, un azzeramento della domanda e delle presenze, con la conseguente e innegabile diminuzione della produzione di rifiuti.

«L'attuale situazione di incertezza in ordine alla ripresa delle attività di ristorazione e dell'accoglienza non consente agli agriturismi di riprogrammare gli impegni e far fronte agli obblighi di natura tributaria, rischiando di comprometterne la tenuta economico-finanziaria. Per superare la crisi occorrono misure finanziarie in grado di sostenere la capacità economica e produttiva delle nostre imprese e una presa di coscienza concreta delle amministrazioni comunali circa il reale stato di crisi degli agriturismi», ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

L'emergenza CoViD19 ha causato, in un breve lasso di tempo, gravissimi danni all'economia del Paese – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia – con le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell'epidemia che hanno determinato una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole le quali, nonostante tutto, non hanno interrotto le attività principali di coltivazione e di allevamento e continuano a garantire la produzione di cibo, pur in presenza di una forte concorrenza di prodotti esteri di bassa qualità sui banchi di vendita al consumo.

«Nonostante gli incalzanti appelli, a dispetto della stessa sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato l'illegittimità della parificazione, operata da alcuni Comuni, delle aziende agrituristiche alle strutture ricettive alberghiere ai fini dell'imposizione tributaria TARI e in spregio alla nota dell'IFEL indirizzata ai Comuni del 24 aprile 2020 che ha confermato la facoltà dei Comuni di deliberare riduzioni della TARI per le imprese (utenze non domestiche) che siano state costrette a sospendere l'attività o a esercitarla in forma ridotta a causa della situazione emergenziale, gli agriturismi sono stati chiamati a pagare in toto il tributo TARI 2020, nonostante la chiusura imposta dai DPCM», denuncia con forza Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia.

«Da quando è cominciata la pandemia in Puglia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell'attività con un impatto che varia da settore a settore con picchi – insiste il presidente De Miccolis - anche del 100% per l'agriturismo dove sono state chiuse per le misure anti contagio tutte le 876 strutture agrituristiche».

Le chiusure imposte per le festività di fine anno e il perdurante scenario di incertezza – precisa Coldiretti Puglia – arrivano dopo che il primo lockdown ha azzerato le visite in campagna nei tradizionali weekend di primavera e di Pasqua, mentre durante l'estate ha pesato l'assenza totale degli stranieri che in Puglia rappresenta la maggioranza degli ospiti degli agriturismi con un crollo del 70% dei bilanci.

«Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari – aggiunge il presidente De Miccolis - con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Ma per riaprire i nostri agriturismi devono essere messi nella condizione di garantire la massima sicurezza e senza costi insostenibili che si tradurrebbero in un colpo di grazia», conclude il presidente De Miccolis.

Servono dunque misure coerenti e ristori immediati e un piano nazionale – concludono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia - che metta in campo tutte le azioni necessarie per non far chiudere per sempre attività come gli agriturismi che rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico.