Agricoltura, Spinazzola e Bat "zone nere", CIA Puglia: «Territorio senza manutenzione»
Canali ostruiti e campi allagati: sotto accusa il Consorzio Terre D’Apulia: «Pretende il tributo 630, senza servizi e manutenzioni»
venerdì 11 dicembre 2020
11.42
Se per l'emergenza Covid le province di Bari e Bat si dividono tra "giallo" e "arancione", per le mancate opere di manutenzione idraulica tutta la macro area è "zona nera" da più di 20 anni, vale da dire da quando è completamente saltato qualsiasi intervento ordinario e periodico su canali, corsi d'acqua, cunette e tenuta idrogeologica del territorio. Un po' di pioggia in più ed ecco che campi coltivati e strade rurali vanno sott'acqua.
È quanto accaduto in questi giorni ad Altamura, in particolare, ma anche in ampie fasce territoriali dei comuni di Gravina, Poggiorsini, Minervino, Spinazzola, Santeramo, Cassano, Trani, Barletta, Canosa e Laterza. A denunciarlo è la declinazione territoriale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. «I canali e i corsi d'acqua sono ostruiti, così da avere una portata più che dimezzata in certi casi a causa di detriti, sterpaglia, rami, fango e perfino rifiuti», ha spiegato Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante.
«Le acque meteoriche, - ha aggiunto il direttore provinciale dell'organizzazione, Giuseppe Creanza, - scendono nelle vallate con violenza, portandosi dietro tutto ciò che raccolgono per strada. Non c'è una corretta regimentazione idrica a causa dell'assenza totale di manutenzione del territorio».
«Uno stato di abbandono che danneggia gli agricoltori ma che non impedisce al Consorzio di Bonifica Terre D'Apulia di chiedere il pagamento del tributo 630, nonostante lo stesso ente sia completamente inadempiente rispetto ai servizi e alla manutenzione del territorio». «I danni sono enormi», hanno spiegato i responsabili territoriali di CIA Levante. «Chi ha già seminato rischia di veder marcire il proprio lavoro, mentre tutti gli altri potrebbero non riuscire più a seminare, viste le condizioni dei campi che si sono trasformati in gigantesche pozzanghere».
Nelle scorse settimane, CIA Puglia ha denunciato "una procedura di definizione e ripartizione del tributo 630 incongrua, non rispondente all'erogazione del servizio per come dovrebbe essere, per certi versi illegittima".
Con una nota inviata al Commissario Commissario Straordinario unico dei Consorzi di Bonifica Arneo, Storanara e Tara, Terre d'Apulia, Ugento e Li Foggi, la CIA Agricoltori della Puglia ha contestato la procedura relativa al contributo 630 e ha chiesto, per l'ennesima volta, che i consorzi commissariati tornino realmente a funzionare, perché ad oggi chiedono contributi senza erogare i servizi che ne giustificherebbero il pagamento. Il tributo 630 è proprio quello relativo alla "Difesa idraulica" del territorio.
«Per necessaria memoria, - ha aggiunto Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante, - si ricordano i numerosissimi ricorsi rivolti sin dal 2014 avverso le cartelle dei Consorzi di Bonifica commissariati impositive del tributo Cod. 630, che hanno visto numerosi accoglimenti e addirittura sentenze della Cassazione che generano legittimi dubbi ormai sul fondamento del tributo, non tanto della sua astratta validità normativa, quanto della sostanziale e pertanto legittima efficacia». In pratica, la programmazione di lavori di manutenzione ordinaria a difesa del suolo continua a restare sulla carta e a non essere attuata nel concreto.
È quanto accaduto in questi giorni ad Altamura, in particolare, ma anche in ampie fasce territoriali dei comuni di Gravina, Poggiorsini, Minervino, Spinazzola, Santeramo, Cassano, Trani, Barletta, Canosa e Laterza. A denunciarlo è la declinazione territoriale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. «I canali e i corsi d'acqua sono ostruiti, così da avere una portata più che dimezzata in certi casi a causa di detriti, sterpaglia, rami, fango e perfino rifiuti», ha spiegato Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante.
«Le acque meteoriche, - ha aggiunto il direttore provinciale dell'organizzazione, Giuseppe Creanza, - scendono nelle vallate con violenza, portandosi dietro tutto ciò che raccolgono per strada. Non c'è una corretta regimentazione idrica a causa dell'assenza totale di manutenzione del territorio».
«Uno stato di abbandono che danneggia gli agricoltori ma che non impedisce al Consorzio di Bonifica Terre D'Apulia di chiedere il pagamento del tributo 630, nonostante lo stesso ente sia completamente inadempiente rispetto ai servizi e alla manutenzione del territorio». «I danni sono enormi», hanno spiegato i responsabili territoriali di CIA Levante. «Chi ha già seminato rischia di veder marcire il proprio lavoro, mentre tutti gli altri potrebbero non riuscire più a seminare, viste le condizioni dei campi che si sono trasformati in gigantesche pozzanghere».
Nelle scorse settimane, CIA Puglia ha denunciato "una procedura di definizione e ripartizione del tributo 630 incongrua, non rispondente all'erogazione del servizio per come dovrebbe essere, per certi versi illegittima".
Con una nota inviata al Commissario Commissario Straordinario unico dei Consorzi di Bonifica Arneo, Storanara e Tara, Terre d'Apulia, Ugento e Li Foggi, la CIA Agricoltori della Puglia ha contestato la procedura relativa al contributo 630 e ha chiesto, per l'ennesima volta, che i consorzi commissariati tornino realmente a funzionare, perché ad oggi chiedono contributi senza erogare i servizi che ne giustificherebbero il pagamento. Il tributo 630 è proprio quello relativo alla "Difesa idraulica" del territorio.
«Per necessaria memoria, - ha aggiunto Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante, - si ricordano i numerosissimi ricorsi rivolti sin dal 2014 avverso le cartelle dei Consorzi di Bonifica commissariati impositive del tributo Cod. 630, che hanno visto numerosi accoglimenti e addirittura sentenze della Cassazione che generano legittimi dubbi ormai sul fondamento del tributo, non tanto della sua astratta validità normativa, quanto della sostanziale e pertanto legittima efficacia». In pratica, la programmazione di lavori di manutenzione ordinaria a difesa del suolo continua a restare sulla carta e a non essere attuata nel concreto.