Agricoltura nella Bat, Flai Cgil: «Nessuna mancanza di manodopera»
Il segretario generale della categoria Gaetano Riglietti focalizza l’attenzione su trasporto e DPI
giovedì 30 aprile 2020
«Al momento, così come dall'inizio dell'emergenza sanitaria, non c'è assolutamente nessun problema legato alla mancanza di manodopera agricola nella Bat. La quasi totalità degli operai agricoli è costituita da lavoratori locali (provenienti dai territori limitrofi) e da addetti neo-comunitari, ormai stanziali da anni in questa provincia». È quanto afferma il segretario generale della Flai Cgil Bat, Gaetano Riglietti in merito ad alcune notizie diffuse nei giorni sulla questione.
«Ma se anche ci fosse un problema tale, lo strumento per risolvere un'eventuale mancanza di manodopera non sarebbe certamente quello del sistema dei voucher-. L'emergenza sanitaria non può essere l'occasione per rendere il lavoro in agricoltura ancora più precario», sottolinea Riglietti che invece focalizza l'attenzione sul sistema dei trasporti e sui dispositivi individuali di sicurezza.
«È di estrema urgenza decidere come regolamentare il trasporto in agricoltura, oggi molto più di ieri, dotando i lavoratori stessi innanzitutto di DPI e garantendo loro il distanziamento sui luoghi di lavoro. È evidente che già dalle prossime settimane va affrontato il nodo legato al sistema dei trasporti dei lavoratori e delle lavoratrici agricole, non solo per gli spostamenti all'interno della nostra stessa provincia ma anche per i lavoratori e le lavoratrici che da altre provincie confinanti arriveranno per essere adibiti nelle varie fasi di preparazione dei prodotti ortofrutticoli aumentando, in maniera esponenziale, i rischi. Ciò che ci preoccupa in particolar modo è ciò che può accadere mentre si raggiungono i luoghi di lavoro se non saranno rispettati tutti i protocolli previsti in materia di sicurezza», spiega il rappresentante della categoria.
«Senza dimenticare un altro tema, cioè quello del rispetto del contratto collettivo di lavoro e delle leggi in materia di sicurezza già vigenti, sconfiggendo in un momento storico come questo che stiamo attraversando il ricorso al fenomeno del caporalato da parte di tutte quelle aziende che vogliono continuare a stare nell'illegalità facendo dumping sociale a tutte quelle aziende sane e virtuose. Ribadiamo, inoltre, la necessità di condurre i meccanismi della manodopera, del trasporto e, perché no, anche dell'accoglienza, nel perimetro tracciato dall'art. 8 della legge 199, rinnovando da subito la ripresa delle riunioni in modalità anche telematica della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità già istituita in questa provincia presso l'Inps di Andria, insistendo nel chiedere il funzionamento della stessa, coinvolgendo gli Enti Bilaterali con il ruolo che possono svolgere, ma anche la stessa Regione Puglia, i Centri per l'Impiego, l'Inail ma anche gli Uffici immigrazione. Una legge già esistente e che basterebbe far funzionare nell'interesse dei lavoratori e delle aziende», conclude Riglietti.
«Ma se anche ci fosse un problema tale, lo strumento per risolvere un'eventuale mancanza di manodopera non sarebbe certamente quello del sistema dei voucher-. L'emergenza sanitaria non può essere l'occasione per rendere il lavoro in agricoltura ancora più precario», sottolinea Riglietti che invece focalizza l'attenzione sul sistema dei trasporti e sui dispositivi individuali di sicurezza.
«È di estrema urgenza decidere come regolamentare il trasporto in agricoltura, oggi molto più di ieri, dotando i lavoratori stessi innanzitutto di DPI e garantendo loro il distanziamento sui luoghi di lavoro. È evidente che già dalle prossime settimane va affrontato il nodo legato al sistema dei trasporti dei lavoratori e delle lavoratrici agricole, non solo per gli spostamenti all'interno della nostra stessa provincia ma anche per i lavoratori e le lavoratrici che da altre provincie confinanti arriveranno per essere adibiti nelle varie fasi di preparazione dei prodotti ortofrutticoli aumentando, in maniera esponenziale, i rischi. Ciò che ci preoccupa in particolar modo è ciò che può accadere mentre si raggiungono i luoghi di lavoro se non saranno rispettati tutti i protocolli previsti in materia di sicurezza», spiega il rappresentante della categoria.
«Senza dimenticare un altro tema, cioè quello del rispetto del contratto collettivo di lavoro e delle leggi in materia di sicurezza già vigenti, sconfiggendo in un momento storico come questo che stiamo attraversando il ricorso al fenomeno del caporalato da parte di tutte quelle aziende che vogliono continuare a stare nell'illegalità facendo dumping sociale a tutte quelle aziende sane e virtuose. Ribadiamo, inoltre, la necessità di condurre i meccanismi della manodopera, del trasporto e, perché no, anche dell'accoglienza, nel perimetro tracciato dall'art. 8 della legge 199, rinnovando da subito la ripresa delle riunioni in modalità anche telematica della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità già istituita in questa provincia presso l'Inps di Andria, insistendo nel chiedere il funzionamento della stessa, coinvolgendo gli Enti Bilaterali con il ruolo che possono svolgere, ma anche la stessa Regione Puglia, i Centri per l'Impiego, l'Inail ma anche gli Uffici immigrazione. Una legge già esistente e che basterebbe far funzionare nell'interesse dei lavoratori e delle aziende», conclude Riglietti.