A Trani è arrivato il nuovo procuratore della Repubblica Antonino Di Maio
Cerimonia di insediamento in Tribunale ieri mattina
martedì 20 giugno 2017
9.54
Si è svolta ieri mattina, nell'aula dell'ex sezione promiscua del Tribunale di Trani, la cerimonia d'insediamento del nuovo procuratore Antonino Di Maio, subentrato a Carlo Maria Capristo. Il nuovo capo della Procura tranese ha prestato giuramento davanti al presidente del Tribunale, Antonio De Luce. Antonino Di Maio, 51 anni, proviene dalla Procura di Roma dove ha ricoperto le funzioni di sostituto.
Al termine della cerimonia - svoltasi alla presenza dei rappresentanti dell'ordine forense, delle forze dell'ordine e di alcune autorità locali (c'era il presidente della Provincia, Nicola Giorgino) - Di Maio ha incontrato per pochi minuti i giornalisti. Nel colloquio con loro ha chiarito alcuni punti. «Non mi piace la giustizia spettacolo, la giustizia va fatta nelle aule dei tribunali», ha detto. «Va data notizia alla stampa, ma i processi non si fanno sui giornali», auspicando un «utilizzo sociale della notizia di stampa».
Quanto al lavoro dei magistrati ha detto che "lavorare in silenzio" è il compito del pubblico ministero. Ha smorzato anche i toni delle troppe polemiche scatenatesi intorno ad alcuni inchieste della Procura tranese. «Ogni procura d'Italia ha i suoi problemi. Trani non è un unicum, ci sono procure con problemi più seri», ha detto.
Sull'inchiesta della strage dei treni dell'Andria-Corato, che il 12 luglio scorso ha provocato 23 morti, ha sottolineato che i pm «hanno fatto un ottimo lavoro». «Sicuramente è uno dei procedimenti che l'ufficio ha seguito con maggiore attenzione. I provvedimenti saranno rapidi». Ha concluso riassumendo in poche parole quella che sarà la filosofia del suo lavoro a Trani: «Testa bassa e pedalare»
Al termine della cerimonia - svoltasi alla presenza dei rappresentanti dell'ordine forense, delle forze dell'ordine e di alcune autorità locali (c'era il presidente della Provincia, Nicola Giorgino) - Di Maio ha incontrato per pochi minuti i giornalisti. Nel colloquio con loro ha chiarito alcuni punti. «Non mi piace la giustizia spettacolo, la giustizia va fatta nelle aule dei tribunali», ha detto. «Va data notizia alla stampa, ma i processi non si fanno sui giornali», auspicando un «utilizzo sociale della notizia di stampa».
Quanto al lavoro dei magistrati ha detto che "lavorare in silenzio" è il compito del pubblico ministero. Ha smorzato anche i toni delle troppe polemiche scatenatesi intorno ad alcuni inchieste della Procura tranese. «Ogni procura d'Italia ha i suoi problemi. Trani non è un unicum, ci sono procure con problemi più seri», ha detto.
Sull'inchiesta della strage dei treni dell'Andria-Corato, che il 12 luglio scorso ha provocato 23 morti, ha sottolineato che i pm «hanno fatto un ottimo lavoro». «Sicuramente è uno dei procedimenti che l'ufficio ha seguito con maggiore attenzione. I provvedimenti saranno rapidi». Ha concluso riassumendo in poche parole quella che sarà la filosofia del suo lavoro a Trani: «Testa bassa e pedalare»