118 in Puglia, il mondo del volontariato: «Per protesta stop ad aggiornamento del parco mezzi»
Anpas, Misericordie e Croce Rossa ancora assieme per chiedere rispetto: «Noi protagonisti nel servizio migliore d’Italia che si vuole smantellare»
mercoledì 2 ottobre 2019
12.12
«Questi giorni abbiamo letto di tutto di più rispetto al servizio di emergenza urgenza del 118 ed alla sua riorganizzazione che è allo studio della Regione Puglia. Vorremmo solo rimarcare, come organizzazioni di volontariato, che ormai dalla nascita gestiscono questo servizio in ausilio all'ente pubblico, che avevamo più volte ribadito e detto che l'idea di costituire una nuova agenzia regionale, in questo caso l'AREU, sarebbe stata una idea improponibile ed inappropriata. E la repentina marcia indietro della Regione su questo aspetto ha, per noi, il sapore del "ve lo avevamo detto"».
Sono le parole delle federazioni regionali di Anpas, Misericordia e Croce Rossa Italiana che tornano sull'argomento dell'emergenza urgenza per puntualizzare, con i loro presidenti, la nuova fuga in avanti della Regione Puglia senza ritornare all'interno del tavolo tecnico che aveva iniziato i lavori prima di interromperli bruscamente.
«E' solo il caso di ribadire sommessamente – spiegano dalle organizzazioni di volontariato – che le nostre associazioni hanno cercato in questi anni di portare avanti con il massimo della professionalità ed il massimo del rispetto delle regole questa essenziale attività salvavita. Ed i dati che nel maggio scorso sono stati pubblicati dall'ISTAT e che incoronano la Puglia come modello per l'Emergenza Territoriale 118 di elevata qualità gestionale, anzi il migliore d'Italia, ne sono la riprova. Ma si sa che le cose che funzionano spesso hanno la scure di dover essere distrutte e non migliorate ulteriormente. Il 118 pugliese, tra le altre cose, assicura alla popolazione regionale un sistema estremamente veloce e pronto. Ed in questo una parte del merito è senza dubbio di chi mette a disposizione i mezzi, mette a disposizione volontari ed operatori preparati, mette a disposizione formazione e competenze, cioè proprio le organizzazioni di volontariato».
Anpas, Misericordia e Croce Rossa Italiana rispediscono dunque al mittente tutte le accuse di inefficienza piovute in queste settimane e chiedono alla Regione di confrontarsi nuovamente in seno al Gruppo di lavoro regionale sul cui tavolo giacciono ormai da troppo tempo le proposte che la stessa Regione aveva chiesto di formulare: «Chi opera in questo campo e lo rende il migliore d'Italia merita rispetto e soprattutto merita di esser ascoltato dalla politica – spiegano i tre presidenti - perchè nell'interesse comune vi è la necessità di migliorare tutti assieme il sistema dell'emergenza e di badare agli interessi delle persone, siano essi volontari, lavoratori o pazienti». E allora una nuova forma di protesta è già immaginata dalle associazioni: «Da adesso in poi – dicono da Anpas, Misericordie e Croce Rossa - sospendiamo ogni e qualsivoglia investimento in termini di aggiornamento del parco mezzi e attrezzature, anche contravvenendo agli obblighi convenzionali. Riteniamo sia meglio per ogni Presidente di Associazione dover gestire un procedimento di recessione contrattuale con la ASL senza lasciare debiti in capo alla propria Associazione, piuttosto che continuare in questo estenuante tira e molla, vedendosi magari comunicare il "ben servito" di lì a poco con l'Associazione che non saprà come fronteggiare i debiti contratti semplicemente per continuare a salvaguardare la Regione, le ASL ed il sistema tutto in generale che, negli ultimi tempi, alcun rispetto stanno dimostrando verso il mondo del volontariato organizzato».
Sono le parole delle federazioni regionali di Anpas, Misericordia e Croce Rossa Italiana che tornano sull'argomento dell'emergenza urgenza per puntualizzare, con i loro presidenti, la nuova fuga in avanti della Regione Puglia senza ritornare all'interno del tavolo tecnico che aveva iniziato i lavori prima di interromperli bruscamente.
«E' solo il caso di ribadire sommessamente – spiegano dalle organizzazioni di volontariato – che le nostre associazioni hanno cercato in questi anni di portare avanti con il massimo della professionalità ed il massimo del rispetto delle regole questa essenziale attività salvavita. Ed i dati che nel maggio scorso sono stati pubblicati dall'ISTAT e che incoronano la Puglia come modello per l'Emergenza Territoriale 118 di elevata qualità gestionale, anzi il migliore d'Italia, ne sono la riprova. Ma si sa che le cose che funzionano spesso hanno la scure di dover essere distrutte e non migliorate ulteriormente. Il 118 pugliese, tra le altre cose, assicura alla popolazione regionale un sistema estremamente veloce e pronto. Ed in questo una parte del merito è senza dubbio di chi mette a disposizione i mezzi, mette a disposizione volontari ed operatori preparati, mette a disposizione formazione e competenze, cioè proprio le organizzazioni di volontariato».
Anpas, Misericordia e Croce Rossa Italiana rispediscono dunque al mittente tutte le accuse di inefficienza piovute in queste settimane e chiedono alla Regione di confrontarsi nuovamente in seno al Gruppo di lavoro regionale sul cui tavolo giacciono ormai da troppo tempo le proposte che la stessa Regione aveva chiesto di formulare: «Chi opera in questo campo e lo rende il migliore d'Italia merita rispetto e soprattutto merita di esser ascoltato dalla politica – spiegano i tre presidenti - perchè nell'interesse comune vi è la necessità di migliorare tutti assieme il sistema dell'emergenza e di badare agli interessi delle persone, siano essi volontari, lavoratori o pazienti». E allora una nuova forma di protesta è già immaginata dalle associazioni: «Da adesso in poi – dicono da Anpas, Misericordie e Croce Rossa - sospendiamo ogni e qualsivoglia investimento in termini di aggiornamento del parco mezzi e attrezzature, anche contravvenendo agli obblighi convenzionali. Riteniamo sia meglio per ogni Presidente di Associazione dover gestire un procedimento di recessione contrattuale con la ASL senza lasciare debiti in capo alla propria Associazione, piuttosto che continuare in questo estenuante tira e molla, vedendosi magari comunicare il "ben servito" di lì a poco con l'Associazione che non saprà come fronteggiare i debiti contratti semplicemente per continuare a salvaguardare la Regione, le ASL ed il sistema tutto in generale che, negli ultimi tempi, alcun rispetto stanno dimostrando verso il mondo del volontariato organizzato».